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Bassano, truffa dei “like” su TikTok: operaia ingannata per oltre 3.500 euro

Scoperta dai carabinieri una rete di raggiri online con base su Telegram

Bassano, truffa dei “like” su TikTok: operaia ingannata per oltre 3.500 euro

Foto di repertorio

Pensava di guadagnare qualche soldo extra guardando video su TikTok, ma si è ritrovata vittima di un sofisticato raggiro online. Una 25enne operaia bassanese è stata truffata per oltre 3.500 euro da un gruppo di finti operatori che le avevano promesso facili guadagni in cambio di semplici interazioni sulla piattaforma social.

La vicenda è stata ricostruita dai carabinieri della stazione di Bassano del Grappa, che hanno denunciato tre persone – un 45enne di Civitavecchia, una 35enne della provincia di Messina e un 38enne romeno residente nel Padovano – accusate di truffa in concorso.

Tutto è iniziato quando la giovane, navigando su TikTok, si è imbattuta in un video che pubblicizzava un lavoro “a distanza” per aumentare la visibilità dei contenuti online. Cliccando sul link allegato, è stata indirizzata su una chat Telegram gestita da sedicenti referenti di un’azienda britannica. Qui ha ricevuto istruzioni precise: guardare video, mettere “like” e ricevere compensi immediati.

In un primo momento il meccanismo sembrava reale. Dopo poche operazioni, sul suo conto erano arrivati piccoli accrediti, tra 6 e 138 euro. Convinta della serietà dell’iniziativa, la ragazza ha continuato a seguire le indicazioni finché non le è stato chiesto di versare somme di denaro per “attivare” nuovi livelli di collaborazione.

Nel giro di poche settimane, la giovane ha trasferito circa 3.540 euro su conti e carte prepagate fornite dai truffatori, che le avevano anche creato l’accesso a un portale fasullo dove poteva “monitorare” i presunti guadagni. Quando le è stato richiesto un ulteriore bonifico di 6.000 euro, la vittima ha capito di essere caduta in una trappola e ha denunciato tutto ai carabinieri.

Grazie a una rapida attività investigativa, i militari sono riusciti a identificare i titolari dei conti e a ricostruire la rete utilizzata per il raggiro. Tutti e tre gli indagati sono stati denunciati alla Procura di Vicenza.

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