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Cronaca
09.11.2025 - 12:58
Foto di repertorio
È allarme contraffazione nella Marca Trevigiana, dove il 2024 ha segnato un record preoccupante per il settore moda. Secondo i dati di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, lo scorso anno sono stati 302 i sequestri di merce contraffatta, pari al 55,7% del totale dei sequestri in provincia negli ultimi dodici anni. Il valore stimato dei prodotti fermati dalle forze dell’ordine ammonta a 102 mila euro, mentre tra il 2012 e il 2024 il giro d’affari illegale sottratto al mercato regolare raggiunge i 700 mila euro.
«Il balzo dei sequestri è una tendenza già segnalata nel 2023», spiega Armando Sartori, presidente di Confartigianato Marca Trevigiana. «Allora si era registrata la prima impennata, con 77 sequestri contro una media storica di appena 14,8. È ormai chiaro che ci troviamo di fronte a un problema sistemico che danneggia i consumatori e penalizza gli imprenditori onesti. Il nostro ringraziamento va alle forze dell’ordine per il costante impegno nel contrasto a questa piaga».
Il settore più colpito è quello dell’abbigliamento, con 198 sequestri (65,5% del totale), seguito dagli accessori di moda (69 sequestri, 22,8%) e dalle calzature (32 sequestri, 10,6%). Chiude l’occhialeria, con tre soli casi registrati.
A livello regionale, i dati non sono meno preoccupanti: in Veneto, nel 2024, sono stati 1.083 i sequestri, per un valore complessivo di 936 mila euro. Treviso si colloca al secondo posto per numero di sequestri, dietro Venezia, e al terzo per valore economico della merce sequestrata, preceduta da Padova e Venezia.
«È un segnale d’allarme per il Made in Italy», commenta Giuliano Secco, presidente del Gruppo Moda di Confartigianato Marca Trevigiana. «Il falso cresce più rapidamente del mercato legale e questo colpisce soprattutto i piccoli marchi indipendenti, alimentando concorrenza sleale e sfruttamento. È necessario rafforzare la credibilità, la trasparenza e la legalità lungo tutta la filiera produttiva».
Un segnale di speranza arriva però dal fronte legislativo: Confartigianato accoglie con favore l’emendamento al Ddl annuale Pmi che introduce la Certificazione unica di conformità delle filiere della moda. «È uno strumento utile per garantire tracciabilità e legalità», sottolinea Secco, «purché non diventi un nuovo fardello burocratico, ma un valore aggiunto per chi lavora nel rispetto delle regole».
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