Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Criminalità giovanile

Bullismo e baby gang a Cittadella: l’esasperazione di Pierobon e la lettera al Governo

Estorsioni e aggressioni davanti ai cancelli scolastici, famiglie assenti e limiti del sistema educativo: l’appello del sindaco e la proposta per rispondere alla piaga sociale

Il sindaco di Cittadella Luca Pierobon

Il sindaco di Cittadella Luca Pierobon

Maranza e baby gang come a Milano, ma anziché di una metropoli da oltre un milione di abitanti, stiamo parlando di Cittadella. Nonostante la sua storia e la solida rete sociale, Cittadella non ha certo le risorse per fronteggiare quello che ormai sta diventando un radicato problema sociale.

E il Sindaco Luca Pierobon, conscio di tutto ciò, si è arreso all’evidente necessità di un intervento esterno, per il quale ha fatto appello a Roma con una lettera aperta al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“Le scrivo per portare alla sua attenzione una situazione di crescente e allarmante disagio che sta compromettendo la sicurezza degli studenti e di tutti i cittadini. – esordisce il primo cittadino – Da alcuni mesi si sta registrando un preoccupante aumento di fenomeni di bullismo e minacce dirette che avvengono nelle aree adiacenti il polo scolastico cittadino, ai danni di ragazzi frequentanti le scuole superiori, e in orario serale in varie zone del territorio.”

Il fenomeno, che tra le manifestazioni meno eclatanti vede giovanissimi disturbare la quiete pubblica con schiamazzi e rombi di motorini, arriva anche a casi di vere e proprie estorsioni, persino di fronte ai cancelli scolastici: “I ragazzi sono stati obbligati a fare acquisti per conto di un gruppo di giovani italiani di seconda generazione. I gravi episodi stanno generando un clima di paura che ostacola il diritto alla socializzazione in un ambiente sicuro, come dovrebbe essere quello scolastico.”

Pierobon spiega che “questi episodi non rappresentano più casi isolati, ma delineano una vera e propria situazione di emergenza sociale che, se non affrontata tempestivamente e con la dovuta risolutezza, rischia di avere serie conseguenze sul percorso formativo e sulla serenità della comunità studentesca, e non solo.”

Ma quali sono le possibili soluzioni per contrastare in fenomeno? La Giunta Comunale si è subito attivata in merito alla questione, me si è ben presto resa conto della propria limitata libertà d’intervento: “La situazione è stata segnalata alla dirigenza scolastica e alle forze dell’ordine, ma in considerazione dell’aumento di episodi segnalati, ritengo necessario un intervento strutturale coordinato a livello nazionale, poiché il fenomeno risulta sempre più difficile da controllare.”

Il Sindaco, nel portare l’attenzione di Roma sul fenomeno, propone un approccio basato sulla sensibilizzazione attraverso esperienze pratiche: “Certamente è necessario intervenire a livello educativo sin dall’infanzia ma, arrivati ormai agli odierni livelli di microcriminalità, mi permetto di suggerire, con tutto rispetto, di pensare a una normativa che obblighi i ragazzi che commettono atti di questo tipo a svolgere, per qualche mese, dei servizi sociali mettendosi a disposizione di anziani, disabili o in aiuto alle amministrazioni comunali o alle associazioni di volontariato locali, affinché possano prendere coscienza dell’impatto sociale di certe situazioni.”

A livello locale, dunque, i mezzi non bastano più. Serve un intervento statale e un approccio olistico, perché il problema ha innumerevoli cause e altrettante conseguenze: “Purtroppo dobbiamo fare i conti con famiglie assenti, istituzioni scolastiche che possono fare ben poco e amministrazioni senza alcun tipo di ‘arma’ a disposizione.”

Nicola Canella

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione