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23.02.2023 - 09:45
Annuncia dieci campagne elettorali, una per ogni quartiere della città, perché è lì che si costruisce la qualità della vita dei cittadini. Afferma che gli unici nemici contro cui combattere non sono i tre rivali nella corsa alla conquista di Ca’ Sugana, ma l’inquinamento e quelle solitudini e fragilità emerse con grande prepotenza durante la pandemia. Dipinge la sua visione di Treviso, fatta di grandi progetti e di piccole cose che facciano battere il cuore, di coesione, di attenzione all’ambiente, al sociale, alla sanità e alle persone che si sentono escluse. Vuole una Treviso ambiziosa e lo fa in una manciata di minuti, microfono in mano, parlando a braccio, sotto la Loggia dei Trecento. Nicolò Rocco sceglie la piazza della trevigianità (“non una stanza chiusa o i social”, sottolinea punzecchiando gli avversari) per presentare pubblicamente la sua corsa. Una trevigianità che il candidato del Terzo Polo – che con i suoi 33 anni è il più giovane dei quattro sfidanti delle amministrative di primavera – fa capire di vestire in toto fin dalla nascita all’ospedale Ca’ Foncello, l’asilo al Bricito, il liceo Canova, l’impegno in consiglio comunale iniziato nel 2013, quando a 23 anni è stato eletto per la prima volta con la maggioranza dell’ex sindaco Giovanni Manildo nelle fila di quel Partito democratico di cui due anni prima era diventato segretario regionale giovanile e che ha deciso di lasciare qualche mese fa, scelto poi da Carlo Calenda come capogruppo di Azione a Palazzo dei Trecento e ora, con la benedizione di Italia Viva, pronto a provare a misurare se stesso e il nuovo soggetto politico, forte del buon risultato delle politiche di settembre. “So di non essere solo in questa scelta, che sono convinto di poter fare con la massima libertà”. È circondato da molti giovani: quelli di TEDxTreviso di cui da sei anni è presidente e licenziatario, ma soprattutto quelli che correranno in una delle due liste, la civica del sindaco, composta unicamente da under 35 che in questi mesi saranno chiamati alla formazione politica e amministrativa (“Perché non ti candidi se non sai chi era Tina Anselmi”, sottolinea Rocco) e che dovranno presentare un curriculum sia di studi che di esperienze nel mondo del volontariato. L’altra lista, quella politica, sarà riservata all’”esperienza”. Cita don Primo Mazzolari (“A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca”) per spiegare il suo impegno e San Paolo (“gareggiate nello stimarvi a vicenda”) per lo stile che intende dare alla sua campagna elettorale: “L’atto più rivoluzionario del mondo è costruire ponti”, afferma e definisce gli altri sfidanti “persone buonissime”, Mario Conte un sindaco molto presente che è riuscito a portare a casa i bandi europei e ha avviato la realizzazione del sistema fognario, Giorgio De Nardi (che era lì ad ascoltarlo) un bravissimo imprenditore.
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