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Venezia, democrazia in silenzio: respinta la petizione per le dimissioni di Brugnaro

Oltre 1200 firme archiviate dal Consiglio comunale. Diffuso un video con le dichiarazioni del consigliere Martini

Venezia, democrazia in silenzio: respinta la petizione per le dimissioni di Brugnaro

Foto di repertorio

Una petizione popolare sottoscritta da oltre 1200 cittadini veneziani, che chiedeva di discutere in Consiglio comunale la possibilità delle dimissioni del sindaco Luigi Brugnaro, è stata dichiarata inammissibile. Una decisione senza precedenti, arrivata dopo quattro mesi di attesa e una lunga serie di solleciti.

La comunicazione ufficiale, firmata dalla presidente del Consiglio comunale, sostiene che la petizione avrebbe un carattere più “di principio” che “di sostanza”, e pertanto non sarebbe procedibile né in commissione né in aula. Ma le promotrici della richiesta non ci stanno e parlano apertamente di censura politica: «È evidente che su questo tema non si vuole aprire alcun confronto».

Controreplica: una nuova petizione, stavolta al sindaco

Di fronte a quello che viene percepito come un tentativo di silenziare il dissenso, le prime cinque firmatarie – Carla Velli, Daniela Milani, Laura Latini, Alessandra Bardelle e Mariangela Corradini – rilanciano con una nuova petizione popolare, stavolta indirizzata direttamente al sindaco Brugnaro. Il regolamento prevede la necessità di sole 75 firme, con l’obbligo per il sindaco di rispondere entro 30 giorni.

I banchetti per la raccolta firme saranno allestiti in una sola giornata, la prossima settimana, in due luoghi simbolici della città: Rialto, a Venezia, e via Palazzo, a Mestre, cuore del consenso politico del primo cittadino.

“Il sindaco non può ignorare mille voci”

Il nuovo appello ripropone il nodo politico e istituzionale: un sindaco indagato e destinatario di una richiesta di rinvio a giudizio può continuare a rappresentare la città senza danneggiarne l’immagine e senza paralizzarne l’attività amministrativa? La risposta, per le promotrici, è evidente. E riguarda non solo Brugnaro, ma l’intera tenuta democratica del Comune di Venezia.

Le donne in prima linea

La battaglia è guidata da cinque volti noti dell’attivismo cittadino: dalla difesa dei quartieri storici e degli spazi pubblici alla lotta per la casa, il fronte è compatto. «Non accettiamo che si possa archiviare così il pensiero di 1200 cittadini. E se il Consiglio tace, sarà il sindaco a doverci ascoltare», dichiarano.

In allegato: le dichiarazioni di Giovanni Andrea Martini

A supporto dell’iniziativa, è stato diffuso un video con le dichiarazioni di Giovanni Andrea Martini, consigliere comunale e vicepresidente della VI Commissione, esponente del gruppo "Tutta la Città Insieme!". Nel video, Martini critica la gestione politica della petizione e sottolinea come la mancata discussione in aula rappresenti una ferita al confronto democratico

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