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Politica e diritti
05.11.2024 - 14:59
l'ex premier Bersani
“Ma se nel Bar Italia è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale?”.
La domanda ironica di Pierluigi Bersani aveva irritato profondamente la Lega di Salvini e l'ex generale Vannacci, il quale lo aveva denunciato per diffamazione qualche mese dopo, incalzando l'ex premier a chiedere scusa in cambio del ritiro della denuncia.
"Chiederò scusa quando a Vannacci quando arriveranno le sue a ebrei, femministe, gay e neri" la risposta di Bersani in riferimento ai termini fortemente offensivi con cui il generale aveva appellato quelle categorie nei mesi precedenti, "Voglio andare fino in fondo con questo processo, non ho certo paura della verità" ha ribadito l'ex ministro e Premier Bersani.
Ora è arrivato il verdetto del Tribunale di Ravenna, giudice Corrado Schiaretti, che ha assolto il leader democratico perchè “il fatto non sussiste“. Bersani, su Facebook, sostiene di averlo appreso dalla stampa e ha condiviso un articolo a riguardo.
Per il giudice la richiesta della Procura non può essere accolta “per insussistenza giuridica, e prima ancora linguistica, del fatto“, tradotto: quella di Bersani non è un'offesa a Vannacci, ovviamente. Per il giudice, quella frase è stata una “vibrata critica verso un modo di pensare della destra istituzionale”, fatta con “un linguaggio allegorico volutamente ironico“. Con quella frase, l’ex segretario del Pd aveva voluto dire che “come è sbagliato dare dell’anormale a un omosessuale, è altrettanto sbagliato dare del coglione a un generale”.
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