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17.11.2025 - 06:56
Il presidente Coldiretti Padova Roberto Lorin
Sollevata la necessità di una gestione flessibile dei divieti sui liquami
Transizione energetica nei campi, un tema sentito dagli agricoltori padovani è l’espansione del fotovoltaico che ha portato energia pulita, risparmio e reddito alle imprese ma anche il problema dei grandi impianti che sottraggono terreno all’agricoltura. “Ben vengano le fonti alternative di energia - spiega Roberto Lorin, presidente di Coldiretti Padova - che costituiscono un’ integrazione al reddito delle aziende, purché non si traduca in consumo di suolo. Da anni Coldiretti sostiene tutte le iniziative che puntano all’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti di abitazioni, stalle, tettoie, magazzini aziendali, edifici rurali e si è attivata per indirizzare i contributi e gli incentivi economici a questo genere di interventi attraverso il bando nazionale “Parco agrisolare”. Per gli impianti fotovoltaici a terra, su richiesta di Coldiretti Veneto, nel 2022 la Regione, d’accordo con noi, si è dotata di una norma per mettere un freno alla proliferazione indiscriminata di pannelli solari ponendo attenzione alla salvaguardia del paesaggio agrario e alla tutela dei terreni coltivabili. Sono state definite a livello provinciale le zone agricole di pregio che impediscono l’installazione di pannelli a terra in parte della superficie coltivata”. Sul fronte della transizione ecologica Coldiretti ricorda che l’agricoltura veneta è chiamata a una sfida cruciale: dimostrare che può produrre non solo cibo di qualità, ma aria pulita, sostenibilità e innovazione. “L’agricoltura non è il principale responsabile dell’inquinamento atmosferico - chiarisce Lorin - ma è spesso indicata così, in modo semplicistico. È invece un settore che adotta pratiche virtuose”. In vista dell’attuazione del nuovo Piano Regionale di Tutela dell’Aria, Coldiretti ha chiesto la riattivazione del bando per l’adeguamento delle vasche di liquame, oggi obbligatorie da coprire entro il 2030. Coldiretti ha sollevato la necessità di una gestione più flessibile dei divieti stagionali sulla distribuzione dei liquami, proponendo deroghe per i prati stabili, particolarmente presenti nelle province di Vicenza e Padova (circa 20.000 ettari), dove l’uso di concimi chimici in alternativa sarebbe ambientalmente meno sostenibile. La Cia di Padova con il presidente Luca Trivellato pone il problema dei crediti di carbonio. Dal 1850 ad oggi la temperatura nel padovano si è alzata, di 1,55 gradi per le emissioni di gas serra. “Siamo chiamati ad invertire la tendenza - ha sottolineato Trivellato. I crediti di carbonio permettono agli agricoltori di ottenere vantaggi economici con pratiche virtuose in grado di ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera”. Questa prassi non è ancora stata normata in via ufficiale. “Il quadro non è chiaro - ha precisato il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini. Sul mercato sono presenti proposte di crediti di carbonio governate da schemi nazionali, regole comunitarie e da soggetti privati. Serve armonizzare il sistema”. Alessandro Abbadir
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