Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Attualità

Piove si manifesta: quando i manifesti diventano tesori da portare a casa

Piove si manifesta: il collettivo UnoBis trasforma il centro in un museo a cielo aperto; i manifesti vengono staccati e portati via, letti come atto creativo più che vandalico

PIOVE DI SACCO: piove si manifesta

“Piove si manifesta”… e poi scompare. Curioso quanto accaduto in città con l’iniziativa del Distretto del Commercio, che fino a fine settembre ha trasformato il centro in un museo a cielo aperto. Il progetto ha visto dieci artisti del collettivo padovano UnoBis realizzare otto opere inedite dedicate a Piove di Sacco. Manifesti affissi sotto i portici e negli spazi Informacittà, capaci di interrompere la routine quotidiana e riscrivere il volto urbano.

Un’esposizione insolita che ha incontrato una reazione altrettanto inattesa. “I manifesti” racconta la manager del Distretto, Federica Bianconi “sono rimasti al loro posto solo per poco. Poi sono spariti. Riattaccati, sono spariti di nuovo, e un testimone ha visto qualcuno staccarli con cura e portarli via”. Non dunque un gesto vandalico, ma quasi un’appropriazione artistica. Più che strappati, i lavori sembrano essere stati collezionati, forse destinati a una stanza privata o a un muro domestico. In poche settimane, la comunicazione è diventata oggetto di culto. Non più semplice cartellonistica, ma segno concreto di un’arte che suscita desiderio, al punto da spingere alcuni cittadini a impossessarsene. “Forse” riflette Bianconi ““Piove si manifesta” ha oltrepassato i confini della mostra diffusa, diventando parte della vita delle persone. L’obiettivo era fare della città un museo a cielo aperto e i manifesti staccati e custoditi raccontano la forza del progetto. Non lo si guarda soltanto: lo si desidera e lo si porta via”. Certo, il gesto resta discutibile. Ma per la manager non va letto come un atto di degrado. Piuttosto, come un segnale di vitalità. “Non lo giustifico, ma ricorda i décollage di Mimmo Rotella, dove anche l’atto di strappare o rimuovere diventa arte. Qui non si tratta di danneggiare, ma di una creatività sopra le righe che supera i confini dell’esposizione”. (a.c.)

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione