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Comuni schiacciati da carenza di risorse, burocrazia e mancanza di personale tecnico

Il vice presidente della Provincia Daniele Canella lancia l’allarme sulle criticità

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“Gli enti locali si trovano a rispondere di ritardi che non dipendono da loro, come i risvolti legali del codice degli appalti. C’è una discrepanza tra la realtà operativa e le stringenti normative imposte dall’Unione Europea”

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si avvicina alla sua scadenza naturale di giugno 2026, ma il percorso verso il traguardo resta costellato di ostacoli. A sottolinearlo è Daniele Canella, vicepresidente vicario della Provincia di Padova, che in un’ampia riflessione analizza le criticità del sistema e le ripercussioni che queste stanno avendo sugli enti locali.

“Il Pnrr come tutti sanno dovrebbe terminare a giugno 2026 – ha ricordato Canella –. Come Provincia partecipiamo alla cabina di regia istituita in Prefettura, così come avviene in tutte le prefetture d’Italia. I problemi conclamati ormai sono sempre gli stessi, a partire dalla difficoltà di gestione delle tempistiche. C’è una discrepanza tra la realtà operativa e le stringenti normative imposte dall’Unione Europea”.

Secondo Canella, le amministrazioni, e in particolare i piccoli Comuni, si trovano schiacciati tra burocrazia, carenza di risorse e sovraccarico dei professionisti: “Penso solo alle difficoltà per ottenere pareri, superare vincoli, reperire risorse aggiuntive. Tutte le opere attese da anni si sono concentrate negli ultimi tre, generando un intasamento enorme per gli studi professionali. Architetti, ingegneri e tecnici impegnati in progettazione, direzione lavori, rendicontazione e collaudi sono stati saturati di impegni. Questo ha inevitabilmente generato ritardi che si sommano a quelli dovuti alla mancata programmazione nella pubblica amministrazione”.

Un altro nodo irrisolto riguarda la scarsità di personale negli enti: “Gli uffici tecnici sono vuoti perché non si è preparato un adeguato ricambio generazionale. Negli anni della spending review sono stati tagliati molti posti nelle amministrazioni locali e oggi ne paghiamo le conseguenze. Da un lato i professionisti sono oberati, dall’altro gli enti non hanno personale sufficiente per seguire i progetti con la necessaria rapidità”.

A complicare il quadro si aggiunge la normativa sugli appalti, che rallenta la sostituzione delle aziende quando queste abbandonano i cantieri: “Abbiamo vissuto direttamente casi in cui i lavori non andavano avanti. Il codice degli appalti prevede procedure lunghe e complesse, con inevitabili risvolti legali. È una situazione paradossale, perché gli enti locali si trovano a dover rispondere di ritardi che non dipendono da loro”.

Nonostante tutto, Canella rivendica con orgoglio l’impegno del territorio: “Mi sento di dire che i tecnici, i dirigenti e i professionisti che operano negli enti sono stati quasi degli eroi. Dopo anni di blackout delle grandi opere pubbliche hanno trovato soluzioni, lavorato giorno e notte e portato comunque a uno stato di avanzamento accettabile”.

Per la Provincia di Padova, spiega, gli impegni assunti sono stati rispettati: “Quello che competeva a noi l’abbiamo adempiuto. Se ci sono allungamenti delle scadenze, non dipendono dai nostri uffici né dalle scelte politiche locali, ma da fattori esterni che definirei ‘sistema Italia’, con regole e procedure non allineate a quelle europee”.

L’appello finale è rivolto al governo: “Spero ci sia una presa di coscienza per distinguere le responsabilità: se un ente appaltante o realizzatore sbaglia, è giusto intervenire. Ma laddove, come nella stragrande maggioranza dei casi, gli enti hanno fatto il loro dovere, servono risorse aggiuntive per completare i lavori”. Conclude Canella: “Affronteremo i prossimi mesi con consapevolezza e responsabilità. L’obiettivo resta consegnare le opere alla collettività rispettando le tempistiche per quanto dipende da noi”.

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