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Progresso sociale
11.09.2024 - 17:50
Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa verde
A luglio, l'europarlamentare veneta dei Verdi, Cristina Guarda, aveva interrogato la Commissione Europea sul decreto del ministro della Salute che inseriva il cannabidiolo (CBD) tra le sostanze stupefacenti, ritenendolo "incompatibile con il diritto europeo". "L'ho fatto da politica e agricoltrice che conosce questo settore, ma anche come malata cronica," spiega Guarda. Il CBD estratto dalla canapa, infatti, le sta salvando la vita, aiutandola a gestire il dolore causato da una grave emicrania cronica, con risultati superiori rispetto ai farmaci provati.
La decisione del Tar del Lazio di sospendere il decreto è dunque una "buona notizia per il settore della canapa e per noi cittadini sofferenti di dolori cronici," afferma l'europarlamentare. "Avevamo trovato sollievo grazie al CBD estratto dalla canapa." Ma, sottolinea, questo non riguarda solo chi soffre di dolori cronici. "È un grande passo per tutti, non solo per chi la produce: la gente non deve temere questa pianta, ma conoscerne i grandi vantaggi per la salute – artrosi, cefalee, insonnia, ansia – per la produzione cosmetica, tessile, e l'edilizia sostenibile, oltre che per l'ambiente, vista la bassa esigenza di acqua e la capacità della pianta di catturare CO2 e inquinanti."
La sospensione del decreto riaccende inoltre le speranze di una riflessione più ampia sull'operato del governo Meloni. "Il governo ha fatto della canapa una questione prettamente ideologica, avvantaggiando settori come quello farmaceutico, che trae enormi benefici dalla limitazione del CBD venduto come farmaco, o addirittura il mercato illegale, che approfitta della falsa demonizzazione della pianta," conclude Guarda. Il decreto, ribadisce, era "falsamente diretto a equiparare le composizioni a base di CBD alle droghe, nonostante l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia già dichiarato il cannabidiolo benefico e non psicotropo."
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