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Bonifiche Porto Marghera, Puppato: "Oltre il danno la beffa"

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porto margheraPorto Marghera, scoppia la polemica sulle spese relative alla bonifica incompiuta del sito industriale. Le strutture di contenimento contro gli inquinanti, secondo il dossier della Commissione Bicamerale presentato qualche giorno fa, sarebbero insufficienti e inefficaci, con il rischio che i lavori effettuati diventino vani e gli oltre 700milioni spesi vadano sprecati.  Secondo l’accordo di programma del 21 ottobre 1998, a Marghera si sarebbe dovuta isolare l’area del petrolchimico con un sistema di palancole e suddiviso in “macroisole”, che avrebbe dovuto limitare la dispersione dei pericolosi inquinanti. Eppure, secondo i commissari parlamentari, stanno continuando a contaminare Venezia. Sulla faccenda si è espressa anche Laura Puppato, capogruppo del Pd nella commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che commenta: "Per la bonifica di Porto Marghera, contro lo Stato e i cittadini c'è stata, oltre il danno, anche la beffa", per il semplice motivo che il lavoro sarebbe stato fatto in modo "scriteriato e solo funzionale all'interesse di mandatari ed esecutori. Non certo della laguna". Citando il documento della Commissione Bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Puppato punta il dito contro il sistema di marginamento, incompiuto in tutti i 15 lotti, "lasciando per 15 anni che pesanti inquinanti continuassero la loro azione nefasta di sversamento in Laguna", ai danni della salute dei cittadini e causando ulteriori erosioni. "Un disastro per la laguna, per Venezia, per la nostra Regione, per l'Italia". Di fatto, sostiene Puppato, la sola bonifica, sarebbe non solo inutile, ma addirittura inesistente. "La percentuale del 94% dei lavori eseguiti ha illuso molti e noi stessi abbiamo pensato fosse comunque fatto un lavoro utile a stoppare gli inquinanti, ma abbiamo amaramente scoperto che invece quel lavoro vale zero." "Nel complesso - conclude - una vicenda tragica per i suoi effetti: lo Stato dovrà pagare molto per terminare la bonifica, ma intanto tutti gli inquinanti principali provenienti dall'industria (arsenico, cromo, mercurio, nichel), oltre a rappresentare un pericolo per la salute,  hanno continuato il loro processo di erosione ai danni di Venezia".
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