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A Rovigo la polizia locale sarà armata di pistola: approvato il regolamento

Il Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale: "La vittoria è aver portato la sicurezza e il ruolo della Polizia Locale al centro dell’agenda politica". Di seguito la dichiarazione integrale.

Con l’approvazione dal parte del Consiglio Comunale di Rovigo del nuovo regolamento della Polizia Locale e del connesso regolamento sull’armamento, possiamo finalmente dire conclusa la lunga battaglia portata avanti dal SULPL (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale) per la dignità del Corpo. Un fatto storico per la città, che consentirà in particolar modo di armare il Corpo di uno degli ultimi capoluoghi di provincia la cui Polizia Locale è ancora disarmata, ma anche di godere di un regolamento che offre tutele concrete al personale, garantendo migliori standard di servizio. Comprensibilmente la questione delle armi terrà banco ancora per un po’, e con un pizzico di morbosità, il tempo che la gente metabolizzi l’idea e si abitui a vedere i propri agenti armati, al pari di quanto accade nel resto del Paese. Se ne parlerà talmente tanto che almeno noi vogliamo parlare di altro. Non è infatti per l’armamento che vogliamo cantare vittoria, nonostante senz’ombra di dubbio sia un risultato del quale possiamo vantare la paternità, ma è invece per l’essere riusciti a portare la sicurezza e il ruolo della Polizia Locale al centro dell’agenda politica che vogliamo farlo. Siamo onestamente convinti che questi anni di lotta, talvolta davvero senza quartiere, abbiano contribuito a cambiare la percezione che l’opinione pubblica cittadina ha della propria Polizia Locale, della quale non sempre conosce i compiti, le funzioni e i risultati ottenuti. Questo ci ripaga dei momenti in cui, parlare di Polizia Locale a Rovigo, era pari a lottare contro il mulini a vento. Evidentemente però qualcuno di questi mulini a vento lo abbiamo sconfitto, se l’intero Consiglio Comunale ha votato all’unanimità il nuovo Regolamento del Corpo, ad implicito riconoscimento del suo ruolo. Per noi non questo rappresenta un punto di arrivo, ma un punto di partenza per il rilancio della Polizia Locale della nostra città.

Il commento di Michele Aretusini, capogruppo della Lega in consiglio comunale

“Penso che, sulla vicenda dell’armamento di parte dei componenti del corpo della polizia locale si siano, semplicemente, persi anni senza alcun motivo, se non una inutile e disinformata pregiudiziale ideologica da parte di vari componenti dell’amministrazione comunale. Non vedo, del resto, altra spiegazione per un cambiamento di rotta, da parte dell’amministrazione stessa, che l’ha portata dall’intenzione di vendere le armi alla scelta di procedere all’armamento, che ovviamente sosteniamo”. Lo dice Michele Aretusini, capogruppo della Lega in consiglio comunale. “Noi lo abbiamo sempre detto: quando si parla di personale che va a fare controlli in strada, non sapendo in cosa o in chi ci si possa imbattere, non si deve partire dalle proprie pregiudiziali ideologiche, ma dalla tutela del lavoratore che viene mandato in strada. Come, ragionevolmente, hanno concluso praticamente tutti i sindacati, Cgil a parte, la pistola non è altro che un Dpi, ossia un dispositivo di protezione individuale. Un discorso che abbiamo ribadito da tempo e che ora finalmente viene accolto. Con colpevole ritardo, ricordiamolo”. “Così come è utile ricordare i vari casi nei quali i nostri uomini e donne della polizia locale si sono trovati davanti a pregiudicati, esagitati, armati o dotati di coltelli, senza alcuna misura di difesa personale se non un ‘distanziatore’ e lo spray al peperoncino, laddove le altre forze dell’ordine possono contare su dotazioni ben differenti. Purtroppo, la gran parte della popolazione pensa ancora che la polizia locale faccia solo le multe per divieto di sosta e va detto come, a oggi, questa amministrazione comunale abbia fatto poco per modificare questa impressione o per valorizzare le grandi professionalità che esistono all’interno del corpo”. “Non limitiamoci, però, alla questione delle armi, perché qui c’era e c’è in ballo l’intero regolamento di polizia locale, con tantissime innovazioni – prosegue Aretusini -atteso da tempo da parte del personale e la cui approvazione, sino all’ultimo, mi spiace doverlo rilevare, alcuni sindacati hanno cercato di fare rinviare, con motivazioni che, per noi, sono semplici pretesti, che nascondono pregiudiziali ideologiche che, ancora una volta, vanno unicamente a scapito dei lavoratori”. “Noi invece, coerenti sin dalle prime battute di questa vicenda, siamo convinti sostenitori di questo regolamento, che introduce importanti innovazioni e tutele a favore del personale di polizia locale. “Mi riferisco la disposizione che stabilisce che i servizi a rischio (pattugliamento, pronto intervento, servizi notturni, ecc.) siano sempre svolti da una pattuglia composta almeno da due operatori, a garanzia della sicurezza degli operatori stessi e della loro necessaria capacità operativa che coincide con i servizi da svolgere con l’uso delle armi;  all’esenzione dai turni notturni del personale over 60, troppo giovane per la pensione e in età ormai avanzata per il servizio operativo di polizia;alla previsione di adeguati requisiti di accesso al Corpo, tra cui un limite massimo di età di 32 anni per gli agenti”. “E ancora, a testimonianza di come questo non sia certamente un regolamento per ‘fanatici delle armi’, come qualcuno ha tentato falsamente di dipingerlo – chiude il capogruppo della Lega - apprezziamo profondamente la clausola di “salvaguardia” che consente l’obiezione di coscienza al personale di “vecchia assunzione”, entrato nel Corpo in un momento storico in cui non era prevista la possibilità dell’uso delle armi, perché armare forzatamente personale che non se la sente, oltre che inopportuno, sarebbe stato oltremodo pericoloso. E ancora la previsione della possibilità di dotare il Corpo del taser, previo l’espletamento del necessario iter autorizzativo; una specifica disciplina per le vittime del dovere, a tutela delle stesse e delle loro famiglie”.  
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