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Comitato aeroporto: “Chi risolve la coesistenza tra itticolture, parco naturale, fiume Sile e aeroporto?“

Continua la lotta del Comitato Aeroporto Treviso Stop Ampliamento

Comitato no aeroporto Comitato no aeroporto
“Un’operazione, coordinata da Veneto Agricoltura nell’ambito dei cosiddetti “obblighi ittiogenici”, finalizzati alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio ittico autoctono, punta al ripopolamento dei corsi d’acqua della zona: nel giugno era programmata la semina di oltre 98mila individui di trota fario di 4/6 cm in provincia di Treviso e precisamente nei fiumi e canali della Zona A di tutti i bacini idrografici – osservano dal comitato -. La semina è stata effettuata in collaborazione con le guardie venatorie della provincia di Treviso e i volontari delle Associazioni di pesca, che gestiscono i tratti idrici interessati al ripopolamento e che hanno messo a disposizione gli automezzi per il trasporto e la distribuzione degli avannotti. Ma quanti di questi 98mila pesci sono stati seminati in prossimità della pista del Canova di Treviso? E quanti sono stati seminati in un’area interna ai 13 km dalla stessa pista di volo, come Easa e Icao hanno da tempo identificato come “critica” per le operazioni di volo?”. La domanda del Comitato è dunque chiara: “Chi risolve la coesistenza tra itticolture, parco naturale, fiume Sile ed aeroporto? Per l’attività di volo il rischio impatto volatili quali sono gli indici di rischio reali? Una risposta da ENAC, Aertre, Parlamento e Governo oltre che dalla Regione Veneto, ma anche dei Comuni di Treviso e Quinto è attesa. Per rassicurare passeggeri ed equipaggi da un lato e la popolazione residente nell’intorno della pista dall’altro. L’interrogativo o “si vola o si pesca” deve essere risolto”.
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