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01.09.2022 - 11:39
Lo scorso novembre il vicesindaco di Treviso, Andrea De Checchi, proprio da queste pagine aveva delineato, in anteprima, le linee guida del PUMS, il Piano Urbano Mobilità Sostenibile, che, almeno nelle intenzioni dell’amministrazione cittadina, dovrebbe ridisegnare Treviso, le sue relazioni, il modo stesso di viverla e “rispettarla” in termini ambientali. Dopo la grande accelerazione di novembre, però, l’iter si era un po’ raffreddato. Il motivo? La decisione di realizzare un mega park in Piazza della Vittoria: una scelta, questa, estremamente controversa perché in controtendenza rispetto al principio, attuato in tutta Europa, di spostare le auto fuori dal centro storico ampliando le zone pedonali. L’altro elemento che fa discutere in questi mesi, nei quali comunque si apprezza certamente lo sforzo per l’ampliamento della Ciclopolitana, è lo stato manutentivo delle infrastrutture per la cosiddetta “utenza debole”, ovvero quella di ciclisti e pedoni. Sono sempre di più i trevigiani che nel leggere le linee guida del PUMS commentano, più o meno, con un “va bene, molto interessante ma intanto marciapiede e piste ciclabili lasciano molto a desiderare e, in molti tratti, non invogliano ad utilizzare la bici e lasciare a casa l’auto”. Comunque, tra accuse di mancanza di coraggio soprattutto per ciò che concerne la pedonalizzazione del centro storico e mugugni per la scarsa efficienza di ampi tratti di piste e marciapiede, la giunta comunale, presieduta dal sindaco Mario Conte, proprio alla fine di luglio ha adottato il PUMS.
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