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Sanità
18.12.2024 - 14:33
Foto di repertorio
Un intervento chirurgico all’avanguardia ha segnato una nuova frontiera nella lotta contro il cancro presso l’Ospedale di Cittadella. Un uomo di 45 anni, affetto da un carcinoma rettale e ben 45 metastasi epatiche, ha visto un miglioramento straordinario grazie all’applicazione della tecnica ALPPS (Associating Liver Partition and Portal Vein Ligation for Staged Hepatectomy), una procedura innovativa che ha permesso di rimuovere sia il tumore primario che le metastasi epatiche, salvaguardando nel contempo la funzionalità del fegato residuo.
L'intervento ha richiesto l'impegno di un team multidisciplinare che ha unito chirurghi, oncologi, radiologi, gastroenterologi, anestesisti e specialisti delle malattie della coagulazione, con un approccio integrato che ha visto anche il coinvolgimento di cardiologi. La complessità del caso, con un tumore che coinvolgeva circa l’80% del fegato, ha reso necessaria una pianificazione chirurgica in due fasi, che ha portato a una rimozione radicale delle metastasi e alla rigenerazione della parte sana dell’organo.
La tecnica ALPPS, utilizzata per la prima volta in questo caso, prevede un intervento in due fasi: nella prima, viene asportato il tumore rettale e le metastasi epatiche in una parte del fegato destinata a rigenerarsi, mentre la seconda fase prevede la rimozione definitiva della porzione malata del fegato. La procedura si distingue per l'embolizzazione dei vasi sanguigni che irrorano la parte malata del fegato, stimolando la rigenerazione dell’organo residuo.
Il dottor Alfonso Recordare, direttore dell'UOC di Chirurgia, ha spiegato che la fase tra i due interventi è critica, richiedendo un monitoraggio continuo per garantire la corretta rigenerazione del fegato residuo e prevenire complicazioni. A distanza di soli otto giorni dalla prima operazione, il fegato del paziente ha mostrato segni di crescita sufficienti per proseguire con il secondo intervento, che ha permesso la completa rimozione del lobo malato.
Dopo quindici giorni di degenza e un lungo percorso di recupero, il paziente è stato dimesso, potendo tornare a casa per festeggiare il Natale con la sua famiglia. “Il successo di questo intervento è il risultato di un lavoro di squadra straordinario e della determinazione del paziente”, ha commentato il dottor Guido Di Gregorio, direttore della Terapia Intensiva e del Dipartimento chirurgico. Il paziente continuerà a essere seguito dall’Oncologia, ma le prospettive per il suo futuro sono molto positive.
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