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Epifania
05.01.2025 - 14:19
Foto di repertorio
La "Pinza", tradizionale dolce veneto consumato durante l'Epifania, è un piatto ricco di storia e significato. Anticamente cotto sotto le braci dei falò dell'Epifania, questo dolce rustico si prepara con ingredienti semplici, ma le varianti sono infinite, tanto che ogni famiglia ha la propria ricetta. È il dolce simbolo della tradizione veneta, da gustare insieme al vin brulé e alle filastrocche popolari che augurano un buon anno.
Secondo la tradizione, la sera del 5 gennaio, oltre al falò che simboleggia la "bruciatura" della Befana, si mangia la pinza, accompagnata da vin brulé, mentre i più anziani osservano il vento che trasporta le faville del falò. Il verso del vento, infatti, sarebbe un indicatore del raccolto dell’anno che verrà: se il fumo si dirige verso sud-ovest, si annunciano piogge e terreni fertili, mentre se va verso nord-est, si prevede un anno di siccità.
Originariamente un dolce povero, la pinza era preparata utilizzando gli avanzi delle festività natalizie. La farina di frumento o il pane raffermo erano gli ingredienti principali, ma con il tempo, la preparazione si è evoluta e oggi si usano ingredienti più ricchi come la farina di polenta gialla, che ha preso piede solo nel secolo scorso. Non mancano mai nella pinza frutta secca, noci, mandorle, pinoli e aromi come anice, finocchio e grappa.
Ingredienti:
Preparazione:
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Abbinamenti: La pinza si sposa perfettamente con un bicchiere di vino rosso, come il fragolino, o con il tradizionale vin brulé, creando un'armonia di sapori perfetta per festeggiare la Befana.
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