Il questore di Vicenza parla anche di "sicurezza partecipata" e punta sulla velocità di risposta
È arrivato a Vicenza il questore sprint. Paolo Sartori, 59 anni, fino a ieri incarica a Mantova, e ne abbiamo parlato qui, mostra idee chiare, obiettivi precisi, vuole dare risposte rapide ai problemi ed è veloce anche nell’esposizione. In venti minuti, o poco più, conclude la conferenza stampa di presentazione. Neanche il tempo di arrivare in città e ha già incontrato sindaco e prefetto, poi vede la stampa. Ha solo toccato con le autorità i problemi più urgenti: conosce l’allarme sociale per Campo Marzo, ma non ha avuto il tempo di approfondire più di tanto. La priorità annunciata è girare il territorio e conoscere i sindaci, spiega, perché i primi cittadini sono anche autorità locali di pubblica sicurezza e possono fare molto sui temi dell’immigrazione, della sicurezza e degli esercizi pubblici. Due le direttrici che emergono dalle sue dichiarazioni: interessarsi dei reati di genere, come si dice, applicando il “Protocollo Zeus” che si preoccupa delle donne vittime ma anche degli aggressori. A Mantova, terza questura d’Italia ad applicarlo in Italia dopo Milano e Cagliari, il protocollo ha dato ottimi risultati – spiega – con le recidive in forte calo.
"Attenzione alle infiltrazioni della criminalità organizzata"
La seconda direttrice è prestare attenzione alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico, facendo attenzione ai “reati spia”. Il che non significa che esista una situazione allarmante nel Vicentino in ordine alla mafia, ma evidentemente Sartori non vuole perdere d’occhio la situazione. Sull’atteggiamento generale, il questore sottolinea che “i cittadini pretendono molto, e giustamente, dalle forze dell’ordine”. La sua risposta vuole essere efficace e anche veloce. Fa riferimento alla sua lunga esperienza all’estero e sottolinea che, pur essendo ogni ordinamento diverso, si può comunque imparare da tutti in modo da “affrontare le situazioni in maniera dinamica, senza tanti fronzoli, perché anche i tempi di risposta ai problemi sono importanti”. Tanto per ribadire lo stile. Loda il predecessore, Antonino Messineo, che “ha creato una situazione ottimale e ha lavorato bene”. Insiste, come detto, nell’attuare “forme di inclusione sociale, con un occhio di riguardo alle fasce deboli”. Punta sulla “sicurezza partecipata e integrata”: che vuol dire sollecitare la collaborazione dei cittadini e, va da sè, essere aperti al dialogo con le istituzioni.
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