venerdì, 26 Aprile 2024
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Barriere anti-cuneo alla foce e ponte che collega le spiagge

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Che fine ha fatto lo sbarramento salino sul Brenta? Se lo chiedono con una certa preoccupazione gli operatori agricoli e i consorzi di bonifica che, a causa di una primavera poco piovosa, hanno subito i gravi disagi della siccità e della risalita dell’acqua del mare alle foci di Brenta e Adige e che ora temono che durante l’estate si replichi. Il progetto da 23 milioni, in accordo di programma tra ministero dell’Agricoltura, Magistrato alle acque, Regione e Comune, prevede uno sbarramento salino alla foce del Brenta, carrabile nella parte superiore, che diventerebbe un ponte di collegamento tra le spiagge di Sottomarina e Isola Verde.
“Le barriere anti-cuneo salino e il ponte di collegamento tra Chioggia, Ca’ Lino e Isola Verde vanno collocate in prossimità della foce del Brenta, come fin dalla prima ora il centrosinistra aveva proposto. E’ una decisione da prendere velocemente, per non correre il rischio di perdere i finanziamenti del ministero dell’Agricoltura”. Così si è espresso il consigliere regionale del Pd, Lucio Tiozzo. “L’idea di spostare il posizionamento delle opere di difesa e del ponte è stata della Giunta comunale di Romano Tiozzo. Proprio per questo trovo del tutto fuori luogo l’atteggiamento di Lega e PdL che oggi, di fronte alle lamentele delle categorie economiche che chiedono di avviare i lavori, giocano la parte dei paladini dimenticando che sono loro stessi la causa di questo impasse”.
L’esponente democratico chioggiotto ha ricordato come “il ministero dell’Agricoltura, dopo la richiesta partita nel 2007 dall’amministrazione comunale di centrosinistra e dal Consorzio di Bonifica, aveva messo in breve tempo a disposizione 10 milioni di euro. Ora però questi soldi, che assieme alla parte di finanziamento regionale e comunale consentirebbero di realizzare contestualmente anche il ponte, rischiano di essere perduti se non vengono decise le modalità dei lavori”.
Secondo esperti del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, la salinità misurata nei canali consortili ha raggiunto, in 15 anni, un terzo della salinità marina, esponendo parte del territorio al rischio di desertificazione. La risalita del cuneo nei fiumi Brenta, Bacchiglione e Gorzone mina un territorio di 30.000 ettari (da Cona a Chioggia) bruciando le colture. Lo sbarramento avrebbe benefici anche sull’Adige perché attraverso il canale della Busiola i due fiumi sono collegati e l’idrovora di Ca’ Lino potrebbe attingere dal Brenta quando in Adige il cuneo risale troppo. Lo sbarramento antisale posto alla foce dell’Adige, costruito negli anni ’90, risulta infatti inadeguato alla portata minima che il fiume ha fatto registrare nell’ultimo decennio e il Consorzio di bonifica Delta del Po, competente per comprensorio, non ha le disponibilità economiche sufficienti per gli interventi strutturali necessari per rimodernare la barriera antisale.
“E’ chiaro che per rispondere alle esigenze degli agricoltori, diventa indispensabile collocare le barriere anti-cuneo salino vicino alla foce — spiega Tiozzo – Sarebbe inutile posizionarle, come volevano Lega e PdL, oltre un chilometro più indietro, vicino all’attuale ponte sulla Romea. In questo modo infatti le acque salate contaminerebbero comunque un lungo tratto di fiume, con danni pesanti per l’economia agricola. Al tempo stesso sarà possibile non penalizzare la nautica da diporto esistente e quella che si potrà sviluppare. Infatti è possibile progettare il ponte di collegamento con Cà Lino e Isola Verde a una altezza sufficiente per garantire il transito delle imbarcazioni”.
L’infrastruttura permetterebbe anche di creare un unico grande litorale fino a Rosolina, collegato da un sistema di ponti parallelo alla Romea ma più a est. Un’opportunità in più per il turismo balneare che permetterebbe di alleggerire anche il traffico della statale Romea, soprattutto nei week end estivi.