sabato, 27 Aprile 2024
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L’Unione dei comuni della Riviera fa la forza

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L’Unione dei Comuni Dolo, Fiesso e Fossò è un progetto che ha unificato alcuni servizi dei tre comuni, per migliorare le prestazioni e ridurre i costi. La prima unione consolidata si è fatta dieci anni fa tra Dolo e Fiesso poi, dal 2005, si è aggiunto il comune di Fossò, questa unione finora è l’unica esistente in Riviera e nel Miranese. “Abbiamo unificato la polizia municipale, le attività produttive, commercio, il turismo e la gestione del personale — dice il sindaco di Dolo Maddalena Gottardo — poi è stato creato lo sportello SiCittadino che voleva agevolare il collegamento tra il cittadino e l’amministrazione comunale. Si deve un po’ sfatare il mito che l’unione comporti risparmi sostanziosi, lo scopo principale è quello di dare un servizio più valido che, un comune con le sue sole risorse, non potrebbe dare al meglio”. I comuni che fanno questo tipo di sodalizio riescono ad ottenere alcune risorse importanti, ad esempio com’è successo quest’anno, sono stati ridistribuiti, tra i tre comuni, un avanzo. Molto importanti sono poi le richieste di contributi Regionali che sono calcolati anche secondo questo tipo di unione, quindi chiaramente vantaggiosi. Il sindaco Gottardo afferma di credere moltissimo in questa unione e la vede una valida possibilità viste le problematiche attuali dei piccoli comuni ma non la scarta come progetto valido neanche per i grandi comuni. “Nell’Unione, noi tre sindaci, non eravamo contenti dei costi dei servizi — dice Andrea Martellato sindaco di Fiesso d’Artico — per risparmiare abbiamo visto che si doveva prendere una linea diversa da quella che c’era. Abbiamo trovato, nel dottor Paolo Fortin, una figura molto preparata per quanto riguarda le unioni di comuni e ci dà una grossa mano per offrire servizi di qualità risparmiando. A Fiesso d’Artico abbiamo 19 persone destinate ai servizi comunali e non sono sufficienti, ci sarebbe bisogno di altri impiegati, questo progetto ci permette di delegare questa richiesta direttamente all’unione ovviando al problema e senza cambiare nulla per il cittadino che utilizza il servizio”. Un’alta questione attuale, soprattutto per i piccoli comuni, è quella della città metropolitana ovvero l’accorpamento a una grande città con i comuni che ad essa sono strettamente legati per questioni economiche, sociali e di servizio, e culturali e territoriali. I piccoli comuni rischiano di avere poca voce per quanto riguarda il loro territorio e le problematiche specifiche, se invece sono legati a un’unione hanno un riscatto diverso, e non combattono da soli le decisioni del governo centrale. “Il nostro comune è stato l’ultimo a entrare nell’unione quando c’era ancora l’amministrazione Carraro — dice Federica Boscaro sindaco di Fossò — sono comunque sette anni che ne facciamo parte ed è stata una scelta dettata dallo spirito giusto, quello delle unioni che puntano a ottimizzare i costi e migliorare i servizi. In quegli anni ovviamente non c’era la spending review e con il senno di poi è, ancor più, un progetto valido perché con il servizio della polizia municipale, prima non c’era una copertura di pattuglie per tutto il giorno adesso il servizio è attivo tutte le ore della giornata fino a sera quando subentrano i carabinieri. Per quanto riguarda i risparmi nei servizi, non si vedranno subito ma con il tempo: quando del personale del comune andrà in pensione non sarà sostituito con un altro dipendente. Questo progetto non è facile perché richiede una sintonia tra le parti al fine di convogliare risorse e idee di tutti”. Questa unione, dal primo gennaio 2013, si allargherà con l’ingresso del comune di Campagna Lupia, la nuova unione, composta di quattro comuni, collocherà il progetto al secondo posto nel Veneto dopo il sanpierese.