martedì, 19 Marzo 2024
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Adria: i tour al museo diventano virtuali

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Anche il museo di Adria cerca di rimanere in contatto con i suoi visitatori attraverso i canali social e offrendo tour digitali

In questo momento di grande difficoltà, anche i musei si devono adattare alle chiusure obbligate in ottemperanze ai Dpcm per contenere il contagio da Coronavirus. E così si sono cercate altre strade per la loro stessa fruizione; nei principali musei italiani (e non solo) si sono moltiplicate le dirette, i tour virtuali, i servizi speciali e gli approfondimenti per rimanere vicini ai propri visitatori e al pubblico generico.

Anche il museo archeologico nazionale di Adria ha aderito a queste utilissime iniziative sui social media e ha aperto le porte del suo bellissimo museo virtuale per continuare a dare emozioni e bellezza ai propri follower. Basta seguire gli hashtag #unsaccodistoria e #museichiusimuseiaperti: un modo per stare vicino al proprio pubblico, per non fermare la cultura, “nella certezza che presto potremo tutti tornare ad una vita normale, avendone salvate molte”. Tra le varie curiosità che si trovano nella pagina Facebook del Museo archeologico, si trova un interessante approfondimento sulla celebre “Tomba della Biga”, la nota sepoltura di tre cavalli e un carro rinvenuta nel 1938 presso la necropoli del Canal Bianco ad Adria.

Come mai gli archeologi riescono a datarla al III secolo avanti Cristo?

Le datazioni sono, forse, fatte sulla base degli scheletri, magari applicando il famoso metodo del Carbonio 14? In realtà, sugli scheletri dei cavalli non è ancora stata fatta un’analisi C14. La risposta è contenuta in un piccolo oggetto, che si trova accanto e sopra alla testa dello stallone: un elemento in bronzo detto “montante ad omega”, per la sua forma particolare. Si tratta della parte laterale di uno speciale morso a leva, un tipo di bardatura per cavalli introdotta proprio tra il IV e il III secolo a.C. Il morso a leva ha un’importanza particolare per la storia della cavalleria e del traino dei carri. Esercitando, appunto, un’azione di leva, e quindi di forza, sulla bocca del cavallo, ne permetteva un migliore controllo. Addirittura, secondo alcuni, l’impiego del morso a leva era il segreto della invincibile cavalleria di Alessandro Magno: i cavalieri potevano agilmente condurre l’animale con una mano, mentre con l’altra combattevano. Questa è solo una delle tante curiosità che si possono trovare in questi giorni nella pagina officiale del Museo, in attesa della sua apertura.

Melania Ruggini