domenica, 28 Aprile 2024
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Treviso, successo di visitatori al museo Bailo per Canova

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Diciottomila le presenze registrate solo nelle prime due settimane di apertura per la mostra su Canova al Bailo di Treviso.

Quale può essere oggi la chiave di lettura su Antonio Canova? “Il passato è lo slancio per conoscere meglio il presente”, ha detto il soprintendente Fabrizio Magani il giorno dell’inaugurazione della monografica sullo scultore di Possagno allestita al museo Bailo.

Chissà, c’è da chiedersi, se i diciottomila che solo nelle prime due settimane di apertura hanno visitato la mostra ce l’hanno fatta a rimbalzare verso l’antico e a portarsi a casa una risposta. Quel che è certo, è lo stupore – una sorta di incanto – che pervade anche chi è completamente digiuno di Neoclassicismo e Romanticismo, di gessi, di storia e di critica. È la magia dell’arte, la potenza di tanta bellezza a catturare ed estasiare. Anche il solo fermarsi, mettere a fuoco la fotocamera dello smartphone, scattare e instagrammare il proprio passaggio fra le sale è una sorta di infusione in un mondo straordinario. Tant’è, la mostra è decollata e (forse) non tutti se l’aspettavano.

150 opere di Canova esposte al Bailo di Treviso

Sono circa 150 le opere esposte in 1.200 metri quadrati di spazio allestito in un museo che vale da solo il prezzo del biglietto. Undici sezioni e, tra gessi maestosamente mozzafiato mostrati al pubblico per la prima volta e reliquie vere di Canova, tanto altro da ammirare. Perché quella organizzata “in proprio” dal Comune di Treviso, curata da Fabrizio Malachin (direttore dei Musei Civici di Treviso) con il decano degli studi canoviani Giuseppe Pavanello e con Nico Stringa, è capace di andare oltre il concetto più tradizionale di mostra.

Accanto a “Canova, gloria trevigiana” ci sono sezioni, sale, gallerie e opere da ammirare dentro e fuori dal Bailo. Se il grande scultore è il protagonista, il visitatore vecchio e nuovo, turista o trevigiano, ha l’occasione di scoprire per esempio l’Ottocento Svelato: nel museo da poco completato nel suo recupero c’è spazio per quegli artisti e quelle opere notissime che prima erano per forza di cose relegate nei depositi, regalando vita all’arte del Veneto e di Treviso prodotta negli stessi anni in cui Canova propagava la sua luce.

Un viaggio che inizia con i sontuosi ritratti di due dei “padri fondatori” della Pinacoteca Civica: Margherita Prati Grimaldi, nel luminoso dipinto di Andrea Appiani, e Sante Giacomelli, nel ritratto di Natale Schiavoni. Lei, nobildonna che nel 1851 legò al Comune di Treviso i primi dipinti che costituirono la Pinacoteca, fra cui il Lorenzo Lotto e il Giovanni Bellini oggi esposti a Santa Caterina. Lui, che nel 1874 portò nella nuova Pinacoteca 54 opere contemporanee, oggi fulcro di questa nuova galleria dell’Ottocento. Con i curatori che hanno voluto, accanto a dipinti e sculture, inserire ceramiche che omaggiano le grandi manifatture trevigiane dell’epoca. Quelle che oggi sarebbero definite opere di design.

Non solo sculture, ma scatti astistici canoviani al Bailo

Poi, sempre all’interno del nuovo Bailo, una sorta di “mostra nella mostra”. Sono i trenta straordinari scatti artistici canoviani di Fabio Zonta, con un’inedita possibilità di confrontare il punto di vista del Canova e quello del fotografo, che interpreta e mette in rilievo la tridimensionalità delle opere, accentuandone dettagli, soggetti, espressività. Ma non finisce qui, perché ancora all’interno della Galleria va scoperto l’intervento creativo di Anderson Tegon con Pepper’s Ghost e il suo suggestivo spettacolo video-musicale. Per chi vuole portare con sé i bambini più piccoli, quelli delle materne e delle elementari, la mostra ha creato un percorso con visite guidate su misura, laboratori e spettacoli calibrati. C’è la caccia al tesoro, ci sono i cruciverba con semplici domande sulle opere esposte, premi a sorpresa e attestati personalizzati.

I piccoli visitatori potranno compiere una visita esperienziale guidati dal supereroe Tonin, il giovanissimo Antonio Canova, e dall’impertinente bambina Agata allegra Mucci. Entrambi protagonisti anche di un volume bilingue italiano/inglese illustrato. Per tutta la durata dell’esposizione sono in calendario al Bailo eventi collaterali a ingresso libero. Prossimi appuntamenti il 30 giugno alle 17.30 con l’incontro con Eugenio Manzato e Giuliano Simionato su “Il rinnovamento dell’arte religiosa nel primo Ottocento a Treviso, e l’Ateneo di Treviso”; il 2 luglio il concerto a cura dell’associazione La Stravaganza “L’aura notturna: musiche per pianoforte e clarinetto del Romanticismo tedesco per Architetture Armoniche. Il fuoco delle passioni: musica tra Classicismo e Romanticismo intorno a Canova. Una trama di artisti e musici tra Veneto, Austria, Francia e Germania tra Settecento e Ottocento”. (s.s.)

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