venerdì, 26 Aprile 2024
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Istituzione clodiense dagli anni Sessanta, la Pizzeria da Leo fa la storia di Sottomarina

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“Uno dei valori che ho sempre portato avanti è quello della famiglia, del volersi bene, lo stare insieme”

Pizzeria da Leo a Sottomarina di Chioggia non è un semplice “pizzeria”; ma una vera istituzione del Clodiense; un’attività che esce dall’ordinario. Sarà per questa ragione che anche l’intervista che avevamo pensato di sottoporre al suo fondatore, Leo Mercantini, si è trasformata in una lunga e piacevole chiacchierata. La passione e l’entusiasmo profusi per decenni tra i forni della bottega di Piazza Italia traspaiono infatti anche dai suoi racconti; e non si può fare altro che ascoltare.

“Ho iniziato a fare questo lavoro a 18 anni a Roma, negli anni 60, quando era davvero dura la vita” ci racconta Leo, con un filo di emozione. “C’erano poche possibilità e io stesso ho mangiato tanta pizza per tirare avanti. Ricordo il mio primo Datore di Lavoro, una persona molto dura. Per fortuna poi cambiai e trovai una seconda occupazione in zona Torvaianica. Poi la svolta: un giorno mi chiesero se me la sentivo di salire su a Verona. Ricordo che siamo partiti con centinaia di sacchi di farina. Pensi alle difficoltà dei primi tempi, capivo poco di quel dialetto!”.

Fu quella una buona esperienza che porterà Leo a tentare fortuna anche nella zona del Lago di Garda. “Quello invece fu un vero buco nell’acqua! Lì era pieno di stranieri, passeggiavano in paese ma poi pranzavano e cenavano presso le strutture alberghiere”.

Ed è proprio in questo momento di difficoltà che Leo conosce un compaesano (diventato poi amico) che lo spinge a cercare fortuna a Sottomarina. “Ricordo il mio primo arrivo in paese – ci racconta con il sorriso – era una mattina di febbraio e soffiava la bora. Lì per lì pensai: ma dove mi hanno portato?! Mi indicarono il posto dove avrei potuto iniziare la mia attività e firmammo subito il contratto. Ecco come sono partito qui. Fu subito un successo”.

Le domande preparate sono tante, decidiamo di interromperlo nel suo racconto solo per qualche curiosità.

La concorrenza nel corso degli anni è comunque aumentata; tuttavia la sua pizza è riuscita sempre a distinguersi. Come se lo spiega?

“Sono le materie prime quelle che fanno la differenza. Oltre chiaramente all’esperienza. Le farine, tanto per citare un esempio: ce ne sono decine e decine, quelle migliori sicuramente costano di più. Lo stesso vale per il pomodoro e tutti gli altri ingredienti. Io ho sempre scelto di puntare sulla qualità. Aggiungo che non ci si può inventare di aprire una attività senza avere fatto prima un poco di gavetta, senza conoscere il mestiere”.

Parlare del legame di Leo con Sottomarina e Chioggia ci porta anche ad una riflessione su come è cambiata la società in questi oltre cinquanta anni. “Non me ne voglia nessuno, ma forse era migliore la società di una volta. Qualcosa è cambiato a partire dagli anni ’90, soprattutto in riferimento alla gioventù. Ho visto ragazzi più “allo sbaraglio”. Si figuri che io da giovane, per farmi conoscere, giravo per le spiagge tra gli ombrelloni offrendo pacchetti di pizza”. Lo interrompiamo ancora una volta.

Quali sono stati i momenti più emozionati di questi oltre 50 anni di attività?

“Devo dire che quando ho fatto le due feste in piazza Italia (in occasione dei 40 e 50 anni di attività, ndr), nel momento in cui sono salito sul palco è iniziato un applauso che non finiva più. La piazza era piena. Tutto questo, la gente soprattutto, mi ha emozionato”.

Chiaro che i ricordi sono tanti. Leo ci strappa un altro grosso sorriso quando racconta della figlia di una cliente clodiense, trasferitasi in Germania, che presa dalla nostalgia di Chioggia chiese alla madre che le venisse portata proprio una confezione di pizza da Leo.

Affascina constatare come quello di Leo è un legame indissolubile con la città mantenuto con garbo, educazione e rispetto. E poi c’è la famiglia. “Uno dei valori che ho sempre portato avanti è quello della famiglia, del volersi bene, lo stare insieme” ci confida. Non è un caso se moglie, figli e nipoti si sono succeduti (e continueranno a farlo) nel portare avanti questa bella storia di successo. La storia di un ragazzino nato a poche centinaia di metri dalle Cascate delle Marmore (vicino Terni), che si è fatto volere bene da Chioggia e da ogni turista che abbia messo piede in città.

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