domenica, 28 Aprile 2024
HomeAppuntamentiPride Treviso 2023, percorso, programma e polemiche

Pride Treviso 2023, percorso, programma e polemiche

Tempo di lettura: 3 minuti circa

È ufficialmente iniziato il conto alla rovescia del Treviso Pride 2023, sabato 17 giugno alle ore 16 dalla stazione ferroviaria del capoluogo della Marca fino al Prato della Fiera, dove attorniati dai banchetti delle associazioni e dai food truck, avranno luogo i discorsi dal palco e performance. Inserito nell’Onda Pride nazionale, che vede iniziative analoghe in tutta Italia nei fine settimana di questi mesi, il corteo dell’orgoglio LGBTQIA+ è organizzato da AGEDO Treviso, Famiglie Arcobaleno Veneto, Coordinamento LGBTE Treviso, Non Una Di Meno Treviso.

Appuntamento in via Roma – fronte stazione ferroviaria di Treviso – per dare vita al corteo che, dopo il passaggio per la centrale piazza Borsa e aver lambito piazza dei Signori, attraverserà un quartiere oggi, rispetto al passato, marginale come quello di Santa Maria Maggiore, per poi transitare oltre porta Carlo Alberto, lungo tutto viale IV Novembre, fino a raggiungere Prato della Fiera, che sarà luogo dei discorsi ufficiali, ma anche di musica e spettacoli.

L’iniziativa segue due assemblee pubbliche – promosse dall’organizzazione del Treviso Pride 2023 e tenutesi nel mese di maggio – finalizzate a coinvolgere la società trevigiana, le associazioni e le realtà del territorio. Per essere rispettoso e inclusivo, il corteo non solo sarà accompagnato da un interprete LIS (lingua dei segni), ma vedrà designata una “zona bianca”, sia durante il percorso sia in Prato della Fiera, dedicata alle persone con fragilità motorie e sensoriali, per lɜ bambinɜ e lɜ anzianɜ, e tuttɜ coloro che abbiano bisogno di uno spazio di decompressione.

 All’arrivo, il Prato della Fiera sarà attrezzato con i banchetti di molte associazioni del territorio e con un’area food & drink. A intervenire dal palco saranno le realtà che hanno dato vita al Treviso Pride 2023 ma anche le organizzazioni sindacali, studenti, collettivi. Non mancherà certo l’intrattenimento: le performance della Drag Queen Ama Supreme e gli sketch di Brave Mai e di Irene Curto di GEA – Gioiosaetamorosa Festival, ma anche il dj set di Menage a Trash all’arrivo del corteo in Prato Fiera e LaRoboterie ed ENDEE per la festa finale al CS Django in via Monterumici 11 dalle ore 21.30 e dj set a partire dalle 22.30.

Non sono mancate in questi giorni le polemiche relative alla sfilata. Da quella sulla mancata adesione del sindaco alla Carta di Intenti chiesta dall’organizzazione cui hanno aderito invece Pd, Coalizione Civica e altre realtà di sinistra, a quella sulla mancata concessione della fascia civica di assessore da parte di Antonio Dotto, presidente del consiglio comunale, agli assessori Carlotta Bazza e Marco Zabai che ne avevano fatta richiesta.

Sull’argomento ha voluto rispondere il sindaco che ha sottolineato come la posizione di Dotto non sia né politica né preconcetta ma risponda precisamente al regolamento comunale.
“In quel documento – ha spiegato Mario Conte – sono scritti tutti gli eventi ufficiali nei quali si può esporre la fascia e il Pride non rientra tra questi. I consiglieri Bazza e Zabai non conoscono evidentemente il regolamento e li invito a partecipare alla manifestazione senza fare continuamente polemiche, che stanno diventando stucchevoli. Direi che non hanno cominciato bene”.

Il Sindaco, che sarà al mare tre giorni e non parteciperà, si è invece detto aperto al confronto sulla Carta d’Intenti che sarà discussa nei punti più oscuri subito dopo l’evento. “Mi sembra di aver trattato l’organizzazione con il massimo rispetto, ho concesso spazi e strutture e sono certamente disposto al dialogo, ma non alla firma tout court di un documento che va certamente rivisto in alcuni passaggi”.

Sul punto è intervenuto anche l’ex sindaco Giancarlo Gentilini che ha ribadito un concetto per lui evidente. “La battaglia per i diritti si fa nelle sedi opportune, non con manifestazioni di questo tipo – ha detto – le idee buone portate in piazza in questo modo per me sono destinate a morire. Quindi bene ha fatto Dotto a non concedere la fascia ai consiglieri”.

Le più lette