lunedì, 29 Aprile 2024
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Treviso, le imprese continuano a crescere, ma rallentano

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A Treviso le imprese continuano a crescere (+62 sedi rispetto al giugno 2022) ma con ritmo
decisamente più rallentato rispetto all’anno scorso (+422 sedi tra giugno 2022 e giugno 2021); a Belluno invece si evidenzia una variazione negativa di -63 sedi d’impresa, che si aggiunge alle -47 sedi contabilizzate l’anno scorso. In entrambi i territori continua la crescita delle unità locali: +291 a Treviso, +79 a Belluno, sempre su base annua.

“I dati della demografia d’impresa del secondo trimestre confermano le tendenze già registrate nel primo trimestre – commenta il Presidente della Camera di Commercio Mario Pozza -. Nella provincia di Treviso si evidenzia un rallentamento della crescita registrando comunque valori positivi (+62 sedi d’impresa, erano +422 un anno fa) mentre a Belluno si registra una contrazione vedendo perdere -63 sedi d’impresa che si aggiungono alle -47 dell’anno scorso.

I dati a giugno confermano un’altra tendenza: la contrapposizione fra contrazione delle sedi d’impresa e l’aumento delle filiali dipendenti per effetto non solo di plurilocalizzazioni, ma anche di processi di acquisizione o trasformazione d’impresa. Questo fenomeno è osservabile in particolare nel manifatturiero dove si contano -83 sedi a Treviso e -16 a Belluno nell’ultimo anno, ma +65 filiali a Treviso e +22 a Belluno.

Analizzando il territorio della Marca – prosegue Pozza – il comparto edile (+153 sedi) e quello dei servizi alle imprese (+321 sedi con riferimento ad attività immobiliari e terziario
avanzato), continuano a sostenere la demografia d’impresa, rallentando, però, a causa della progressiva riduzione degli incentivi fiscali legati alle ristrutturazioni. Diventa sempre più importante trovare soluzioni per fermare l’emorragia del commercio al dettaglio (-142 sedi) perché è un tema che si lega alla vivacità e sicurezza dei nostri tessuti urbani.

il bellunese evidenza dinamiche simili, con una maggiore contrazione del commercio al dettaglio (-60 sedi), non compensata da una crescita diffusa in altri settori. Il comparto dove si evidenzia una maggiore crescita è rappresentato dai servizi all’impresa dove attività immobiliari e terziario avanzato registrano un incremento di +22 sedi.

È infine da tenere monitorato – conclude Pozza – il settore della ristorazione che perde – 100 sedi d‘impresa nel territorio: -78 a Treviso e -12 a Belluno.

In provincia di Treviso continuano a crescere su base annua sia le sedi d’impresa (+62) sia
le unità locali dipendenti (+291), ma con un’intensità di crescita in sensibile attenuazione,
soprattutto per le sedi. I motivi sono sostanzialmente i seguenti:

­- rallenta la crescita delle imprese nel comparto edilizio, che pure resta in territorio positivo (+153 contro un +271 contabilizzato tra giugno 2021 e giugno 2022);
­
peggiora la flessione nel commercio al dettaglio: -142 imprese quando nello stesso periodo dello scorso anno già la Marca aveva perso 77 imprese. Diminuiscono in particolare gli esercizi specializzati nella vendita di prodotti non alimentari. Restano invariate, nel commercio al dettaglio, le filiali;

­- l’agricoltura negli ultimi dodici mesi, da giugno 2022 a giugno 2023, evidenza una flessione di -114 imprese, a differenza dell’analogo periodo dello scorso anno in cui non registrava alcuna variazione. Coltivazione di cereali, allevamento di bovini da latte ed attività mista coltivazione-allevamento sono le attività in cui si concentra principalmente la contrazione su base annua. Prosegue invece l’aumento delle attività legate alla coltivazione di uva;

­- si accentua la flessione negativa nel manifatturiero (-83 imprese, contro le -14 dello scorso anno), compensata in parte da una crescita delle filiali (+65) che si aggiunge alle +39 già contabilizzate tra giugno 2021 e giugno 2022. Sono più interessati dalla contrazione delle sedi d’impresa i settori dell’abbigliamento e del legno;

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-­ si conferma la contrazione delle attività di ristorazione (-78 sedi, in aggiunta alle –
59 dello scorso anno) mentre le attività legate all’accoglienza registrano una crescita di +26 sedi sull’anno;

­- continua a crescere il terziario avanzato, in particolare le attività professionali e tecniche: +106 sedi che si aggiungono alle +91 contabilizzate da giugno 2022 a
giugno 2021.

Dunque, edilizia, servizi alle imprese e, in misura minore, servizi alla persona continuano a sostenere la demografia d’impresa nella Marca Trevigiana, che al 30 giugno 2023 conta 79.800 sedi d’impresa attive e 19.101 unità locali dipendenti. Le imprese artigiane sono 22.746, in aumento di 114 unità rispetto al trimestre precedente, +34 unità su base annua: effetto compensazione, in buona sostanza, tra +84 aziende artigiane nelle costruzioni e -78 nel manifatturiero. Continua ad essere in sofferenza il settore dei piccoli trasportatori artigiani (-41 sedi su base annua).

In provincia di Belluno si evidenzia una contrazione di -63 sedi d’impresa su base annua
(rispetto a giugno 2022), a fronte di una crescita di +79 unità locali nello stesso periodo.
La dinamica delle sedi d’impresa è condizionata dal commercio al dettaglio, che rispetto a
giugno 2022, perde -60 sedi (un anno fa si contavano -35 sedi su base annua). Il confronto con il secondo trimestre 2022 vede in particolare una diminuzione della consistenza dei
minimercati, ma anche degli esercizi specializzati nella vendita di prodotti alimentari e
degli esercizi specializzati nella vendita di prodotti non alimentari.

Altre tendenze osservabili dai dati del secondo trimestre possono essere così riassunte:
­ si conferma la flessione delle attività legate alla ristorazione (-12 sedi rispetto a giugno 2022, -13 il risultato nell’anno precedente). Diminuiscono nell’ultimo anno anche le unità locali dipendenti: -13, a fronte di una crescita di +19 unità lo scorso anno; in lieve controtendenza positiva i servizi legati all’ospitalità che crescono di +8 sedi e +12 unità locali dipendenti rispetto a giugno 2022;

-­ il manifatturiero perde -16 sedi rispetto a giugno 2022, ma la perdita risultava più consistente nell’analogo periodo dello scorso anno (-38). La flessione, nell’ultimo anno riguarda in particolare l’occhialeria e il legno-arredo. Aumentano, invece le unità locali dipendenti (+22 rispetto a giugno 2022);

­- in lieve aumento il comparto edile (+8 sedi su base annua), ma la componente artigiana perde 17 imprese nell’ultimo anno; stabili le attività immobiliari (-1 sedi nell’ultimo anno, valori uguali nel confronto giugno 2022 su giugno 2021)

­- crescono le attività professionali scientifiche e tecniche (+13 sedi, che si
aggiungono alle +10 dello scorso anno).

­ In lieve flessione le sedi d’impresa nell’agricoltura (-6), dinamica compensata da
pari crescita delle filiali (+6).

Al 30 giugno 2023 le sedi d’impresa attive in provincia di Belluno sono 13.730 a cui si
aggiungono 4.596 unità locali dipendenti. L’insieme delle imprese artigiane è composto
da 4.617 unità: +22 rispetto a marzo 2023, -36 rispetto a giugno 2022.

Le consistenze di metà 2023 confermano la crescita delle unità locali dipendenti, sia a
Treviso che a Belluno, per tutti i periodi considerati: le filiali aumentano sia nell’ultimo
biennio, che rispetto al periodo pre-Covid.

Questa tendenza, come già osservato anche nei precedenti monitoraggi, è frutto di
strategie di plurilocalizzazione, ma anche di incorporazioni/acquisizioni d’impresa. Appare
pertanto interessante osservare la distribuzione di queste filiali in base al luogo di
localizzazione della sede legale, ovvero in base al luogo dove è situata la governance
dell’impresa.

In media oltre il 60% delle filiali trevigiane e bellunesi dipende da imprese con sede nella stessa provincia. Questo legame di dipendenza si estende ad una sede ubicata in altra provincia veneta per il 15% delle filiali a Treviso, e per il 18% delle filiali a Belluno; quota che sale al 20% circa se si considerano le filiali la cui sede legale è collocata in una regione italiana diversa dal Veneto.

Residuali, per ragioni giuridiche, le quote di unità locali dipendenti da imprese con sede all’estero: in realtà la presenza estera nel tessuto produttivo locale avviene in prevalenza tramite forme di Merger&Acquisition che lasciano invariato lo status di “sede d’impresa” pur mutandone il controllo proprietario, oppure attraverso catene di controllo nelle quali il c.d. ultimate owner (titolare di ultima istanza) non figura come primo nodo proprietario.

Questa distribuzione cambia se si considerano i diversi ambiti settoriali: nelle attività di
trasporto e spedizioni e nelle assicurazioni e credito è significativa la quota di filiali che ha
la sede legale in una regione italiana diversa dal Veneto (il 40% circa a Treviso ed il 50% a
Belluno). Anche nei servizi alle imprese l’incidenza delle filiali che dipendono da imprese
di altre regioni italiane è superiore al dato medio ed è pari al 25% circa. A Treviso, è
questo il settore dove aumenta maggiormente la dipendenza da sedi d’impresa fuori
Veneto.

Una differente distribuzione si osserva anche nel commercio: l’incidenza delle unità locali con sede in una provincia veneta diversa dalla propria appare superiore al dato medio ed è attorno al 20% sia a Treviso che a Belluno. In questo caso è in provincia di Belluno che si nota una apprezzabile crescita sia della quota di filiali dipendenti da imprese con sede fuori regione (dal 17,5% al 19,7%), sia della quota di filiali dipendenti da imprese con sede fuori provincia (dal 21,5% al 22,6%).

Interessanti alcune differenze nelle due province per quel che riguarda l’agricoltura e il
manifatturiero: a Treviso, per questi comparti, prevalgono nettamente le filiali collegate a
sedi nella stessa provincia (per quote superiori all’80% per l’agricoltura, e del 74% per il
manifatturiero). A Belluno accade invece che “solo” il 59% delle filiali in agricoltura
dipenda da imprese bellunesi; quasi un 26% risulta collegata ad imprese situate in altre
province venete, cui si aggiunge un altro 15% di filiali collegate ad imprese con sede in
altre regioni italiane. Analoga cosa si riscontra per il manifatturiero, dove la quota di filiali
dipendenti da sedi bellunesi “si ferma” al 68%, mentre un 17,6% che dipende da sedi
situate fuori Veneto, cui si aggiunge un altro 14% di filiali collegate ad imprese venete ma
non bellunesi.

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