sabato, 27 Aprile 2024
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Agricoltura: infortuni in calo nel Miranese e nella Riviera del Brenta

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I dati relativi all’area agricola del Miranese e della Riviera parlano di una positiva riduzione per il 2023 rispetto all’anno precedente del 3% degli infortuni

Nel 2023 anche nel Miranese risultano per fortuna in calo gli infortuni sul lavoro in agricoltura, ma dalla Cia (che ha reso pubblichi i dati) commentano come la strada per ridurre i rischi sia in realtà ancora molto lunga. I dati relativi all’area agricola del Miranese e della Riviera parlano di una positiva riduzione per il 2023 rispetto all’anno precedente del 3% degli infortuni, compresi quelli purtroppo mortali, sul lavoro nel settore agricolo stando all’ultimo report dell’Inail. Fra le cause principali dei sinistri, il ribaltamento dei mezzi agricoli, attrezzi in movimento che colpiscono i conduttori, l’attacco e lo stacco di attrezzature pesanti e la caduta di rotoballe di fieno.

Nello specifico, la maggior parte degli incidenti coinvolge lavoratori di imprese familiari, con maggiore incidenza relativamente a persone di mezza età e agli anziani; questo a motivo della parziale perdita di riflessi, oltre che ad un eccesso di sicurezza legato alla lunga esperienza che in genere caratterizza tale categoria.

“La parola chiave è prevenzione – commenta il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini -. Il rischio è sempre dietro l’angolo, ragione per cui Cia organizza, in collaborazione con le altre organizzazioni agricole, lo Spisal e l’assessorato regionale all’agricoltura, caccia e pesca, dei corsi di formazione ad hoc sulla tematica della sicurezza sul lavoro”.

“Gli imprenditori agricoli sono tenuti ad aggiornare costantemente le proprie conoscenze in merito alle tecnologie in uso – aggiunge Passarini – e sui dispositivi di sicurezza presenti nelle macchine”.

“Per quanto riguarda le malattie professionali in agricoltura, le denunce all’Inail sempre relative all’area del Miranese evidenziano disturbi dei dischi intervertebrali, entesopatie periferiche, mononeuriti dell’arto superiore e mononeuriti multiple, sordità, spondilosi, disturbi dei tendini. E ancora: artrosi, lesioni interne del ginocchio, disturbi dell’orecchio, traumatismo dei nervi periferici del cingolo scapolare e dell’arto superiore. Stupisce, che l’agricoltura non venga considerata tra le attività gravose e usuranti”.

Massimo Tonizzo