venerdì, 26 Aprile 2024
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Centro migranti nel territorio di Cona, l’eco dei fatti non si spegne: la Corte europea condanna l’Italia

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Aggio: “Salvini e lo Stato italiano sono chiamati oggi a rispondere e a pagare, ma la speranza è che tutti gli avidi che si sono arricchiti sulle spalle delle persone possano un giorno rispondere del dolore causato”

L’eco dei fatti della gestione della base di Conetta nel territorio comunale di Cona non si spegne.  La Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha condannato lo Stato italiano a pagare 12 mila euro per aver portato un minorenne nel centro migranti della base di Conetta, di fatto avendolo sottoposto a quelli che sono stati considerati trattamenti degradanti.

A commentare il fatto è il sindaco Alessandro Aggio“Dopo oltre 5 anni dalla chiusura dell’hub di Cona – dice Aggio – quella terribile esperienza riempie ancora le pagine di cronaca. Oggi apprendiamo che lo Stato italiano è stato condannato a pagare 12mila euro di danni ad un ragazzo, all’epoca minore, perché, una volta sbarcato, per superficialità di controlli venne inviato ad un hub per maggiorenni qual era quello di Cona. Superficialità nei controlli in genere (quando addirittura preavviso di controlli sanitari, come si legge essere l’accusa in qualche ramo dei procedimenti penali che hanno investito la pessima gestione dell’hub di Cona) è un eufemismo per non voler dire che quella pagina è stata una delle più bieche che hanno investito il nostro Stato negli ultimi anni. Sbarchi incontrollati di persone senza documenti, molte delle quali spinte a partire dal proprio paese con la promessa di trovare un Eden, mentre l’Eden era per quelle cooperative che sulle spalle dei disperati guadagnavano centinaia di migliaia di euro al mese. Sulle spalle dei disperati stipati a centinaia in luoghi non adatti e sulle spalle della popolazione autoctona che si è vista stravolgere la vita per tre anni di una difficile convivenza”. 

Aggio fa una considerazione politica a favore di Salvini (il suo partito di riferimento).

“Paradossalmente – conclude il sindaco – il ministro che ha messo fine a quella brutta stagione ancora oggi è a processo per aver fermato gli sbarchi, segno che ha rotto un gioco che faceva gola a molti. Salvini e lo Stato italiano sono chiamati oggi a rispondere uno e a pagare l’altro, ma la speranza è che tutti gli avidi che si sono arricchiti sulle spalle delle persone, sia arrivate che autoctone, possano un giorno rispondere in prima persona del dolore causato”.

L’amministrazione comunale di Cona nei mesi scorsi ha ribadito la sua contrarietà al fatto che possano essere portati nuovi migranti a Cona per essere ricollocati.

“Il Comune di Cona – ha spiegato Aggio – ha già dato; altri migranti questo territorio non può accoglierli, né con il sistema dell’accoglienza diffusa né tanto meno con quello degli hub che a Conetta si è trasformato all’epoca in un incubo”. 

Alessandro Abbadir