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07.11.2022 - 11:10
L’Amministrazione comunale di Adria, dopo la celebrazione del 4 novembre con tutti gli onori ai cippi e alle lapidi situate nel territorio del centro cittadino alla presenza delle autorità, associazioni combattentistiche e d’arma e degli studenti dei vari istituti scolastici, ha commemorato domenica, nelle varie frazioni, l’Unità Nazionale e la giornata delle forze armate. Ha presenziato a Baricetta il consigliere Federico Paralovo, a Bellombra il presidente del consiglio Francesco Bisco, a Ca’ Emo il consigliere Comunale Cristian Andriotto, a Cavanella Po e Mazzorno Sinistro, il consigliere delegato Michele Casellato, a Fasana il Vice Sindaco Wilma Moda e a Valliera con il consigliere Giuliano Beltrame. A Bottrighe il Sindaco Omar Barbierato, dopo la santa messa, il rito dell’alza bandiera accompagnato dall’Inno Nazionale e la deposizione del mazzo di alloro davanti al monumento, ha reso onore ai caduti. Un momento significativo per tutta la comunità. “Commemoriamo l’Unità Nazionale e le forze armate che non solo hanno dedicato le loro giovani vite per unire la nostra Italia, ma anche per la nostra libertà, nella prima guerra mondiale prima e con la seconda guerra mondiale poi”- ha detto il primo cittadino-. ''Il miglior modo di celebrare questo giorno è rendere onore a quegli innocenti caduti, è quello di attivare a livello internazionale tutti gli strumenti diplomatici per assicurare la pace, messaggi in difesa del bene comune e dei principi della nostra costituzione. In questo percorso ci sono gli strumenti per costruire la pace, come il trattato per l’abolizione delle armi nucleari che il nostro paese, purtroppo, non ha ancora firmato. Dobbiamo costruire la pace attraverso i valori della costituzione da portare nelle scuole. A partire dall’art.11 che cita“l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”- ha concluso Barbierato. “Auspico - ha evidenziato il presidente del consiglio Francesco Bisco, da Bellombra - che le forze armate possano sempre più essere chiamate a costruire ponti fra i popoli per restituire la speranza a chi l’ha persa e sempre meno, come accadde cento anni fa, per toglierla a una intera generazione”.
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