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Fede e Tradizione
17.06.2025 - 02:08
Loreo:Fradei
La Confraternita della Santissima Trinità di Loreo, fondata nel 1608, celebra ogni anno un rito antico e unico nel suo genere, che si svolge nella notte precedente la festa della Santissima Trinità. Durante la cerimonia, i novizi vengono vestiti con il saio rosso e accolti ufficialmente nella confraternita. Dopo un rito segreto celebrato a porte chiuse e a luci spente nel Duomo, confratelli e cittadini partecipano a una processione con candele accese che attraversa il borgo, fino alla Chiesa della Madonna del Pilastro e al cimitero locale per poi ritornare nell’oratorio di piazza Longhena.
Loreo – È accaduto di nuovo, come da 417 anni a questa parte. In un sabato notte segnato dal silenzio e dalla devozione, la Confraternita della Santissima Trinità di Loreo – conosciuta anche come Fradei Battuti o Flagellanti – ha rinnovato il proprio antico rito in occasione della festa della Santissima Trinità, che cade 55 giorni dopo la Pasqua.
Un evento unico in tutto il territorio nazionale, che si svolge esclusivamente nel borgo di Loreo. A spiegarne il significato è Andrea Bellato, memoria storica della confraternita, confratello da quasi cinquant’anni.
Fondata nel 1608 per volere del vescovo di Chioggia Lorenzo Prezzato, la confraternita trovò dimora cinque anni più tardi, nel 1613, nel suggestivo Oratorio della Santissima Trinità, dove ogni anno si rinnova l’antico rito.
Tutto inizia al calare della notte, con il suono delle campane dell’oratorio che chiama a raccolta i confratelli per la vestizione dei novizi: un momento solenne, in cui coloro che desiderano entrare nella confraternita vengono presentati da un padrino davanti al gruppo. Quest’anno sono stati due i novizi accolti: Emilio e Andrea, presentati al padre guardiano, figura ricoperta dall’arciprete pro tempore di Loreo. Per motivi di salute, quest'anno è stato sostituito da mons. Simone Zocca, vicario del vescovo di Chioggia. Al suo fianco, il priore, Roberto Rizzato.
L’accesso alla confraternita richiede valori cristiani, spirito di carità e il desiderio di animare la vita cristiana nel territorio. “La nostra – racconta Bellato – è una compagnia di laici che trova nella preghiera e nel sacrificio un momento di profondo raccoglimento, ogni anno, in questa notte particolare.”
Alla mezzanotte in punto, è iniziata la cerimonia di accoglienza dei novizi e in via eccezionale è stata celebrata in anticipo la Santa Messa – che solitamente viene celebrata dopo la processione -per consentire al vicario di rientrare a Chioggia per gli impegni ecclesiastici del mattino. Subito dopo, i confratelli, in saio rosso, si sono spostati nel Duomo di Loreo, dove – a porte chiuse e luci spente – si è svolta la parte segreta del rito, nota solo ai membri interni e custodita gelosamente dal 1608.
Dopo il rito segreto, la liturgia si è trasformata in processione pubblica, confratelli e cittadini con le candele accese hanno camminato per circa due chilometri fino alla Chiesa della Madonna del Pilastro, la più antica del Delta. Dopo la sosta di preghiera, la processione è ripresa verso il cimitero di Loreo, dove è stato recitato in suffragio di tutti i defunti, in particolare quelli della confraternita. La processione si è conclusa all’oratorio, dove il priore ha congedato i partecipanti
Poi il silenzio della notte, con qualche riverbero delle candele, e i passi dei Fradei che si disperdono tra le calli del borgo ancora addormentato. E il rito si chiude così, nel mistero che lo custodisce da secoli.
Guendalina Ferro
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