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Chioggia, Mazzaro: “Valorizzare la nostra pesca è un obiettivo inderogabile”

Dalla promozione del settore, fortemente connessa con  turismo ed enogastronomia, al sostegno alle imprese, dalla gestione della filiera fino alle questioni ambientali: una riflessione a 360 gradi sul mondo della pesca

Emanuele Mazzaro Emanuele Mazzaro
Le vicende che riguardano politica, economia e cultura di Chioggia e del suo territorio si intrecciano per forza di cose con il mondo della pesca locale, ben rappresentato dal Mercato Ittico all’Ingrosso. Ma quella di Chioggia è la marineria più attiva in Italia. Per questa ragione abbiamo intervistato il direttore Emanuele Mazzaro. Avvocato Mazzaro, se dico Chioggia Capitale Italiana della Pesca e della cultura marinaresca, qualcuno avrebbe qualcosa da ridire? Chioggia è storicamente la Capitale Italiana della Pesca. La nostra è la marineria più attiva in Italia e rappresenta tutti i tipi possibili ed immaginabili di pesca ed acquacoltura. Dalla pesca in Laguna, alle battute in Adriatico, fino alla molluschicoltura la storia dei pescatori di Chioggia è – che piaccia o meno – una realtà su cui non si può prescindere. La stessa pianta della città trae origine da questa peculiarità: una vera e propria lisca di pesce che ci ricorda quanto sia forte il legame di quest’attività con la città lagunare”. La promozione e gli sforzi legati al marketing sono aumentati notevolmente proprio negli ultimi anni. C'è qualche iniziativa particolare/originale di cui ci vuole parlare? “Valorizzare il territorio e tutelare i nostri prodotti è stata la priorità degli ultimi anni di gestione di questo incredibile laboratorio umano ed economico che è il nostro Mercato ittico all’ingrosso. Il marketing territoriale, la creazione e gestione di network allargati anche al mondo esterno alla pesca, ma strettamente connessi ad essa, rappresentano un valore aggiunto formidabile per la tutela e la promozione commerciale non solo delle aziende del settore ittico, ma anche per il mondo del turismo che può vantare oltre alle spiagge ed al patrimonio architettonico ed artistico, anche una Cucina di mare apprezzatissima a livello internazionale”. Gli Stati Generali della Pesca si avvicinano. Si parlerà anche di guerra e dell'impatto legato alle spese per il carburante? “Noi abbiamo ideato ed organizzato il Kick off Day degli Stati Generali Pesca del 13 dicembre scorso all’auditorium San Nicolò di Chioggia. A giugno verranno organizzati dalla Regione Veneto e dall’assessore alla Pesca Cristiano Corazzari le 4 giornate venete: Chioggia, Caorle, Porto Tolle e Venezia dove saranno trattati i temi della pesca e dell’acquacoltura privilegiando gli aspetti tecnici e normativi. Credo sia fondamentale in questa occasione cercare di portare a casa dei risultati in termini di sostegno alle imprese per dare ‘una boccata d’ossigeno’ ad una filiera che è in sofferenza da anni”. Sappiamo che l'idea che arriva da Bruxelles di ridurre le giornate di pesca non piace a molti degli "addetti ai lavori". Puntare sulla corretta gestione della filiera e valorizzare la qualità a dispetto della quantità può essere una soluzione di compromesso? “Ridurre esclusivamente le giornate di pesca dei paesi membri dell’Unione Europea non aiuta a ripopolare il Mediterraneo, visto che altri Paesi che si affacciano sui nostri mari non rispettano le medesime regole. Anzi, significa aiutare una concorrenza sleale di altri Paesi che – invece – stanno promuovendo lo sforzo pesca e fanno di tutto per rendere le proprie imprese più competitive. Valorizzare il nostro pescato diventa ad oggi un obiettivo non più derogabile, ma servono iniziative importanti anche dal punto di vista dell’educazione alimentare. Anche il pesce fresco fa parte della grande famiglia del Made in Italy, e la ristorazione delle comunità costiere perderebbe moltissimo a non presentare nei propri menù i prodotti ittici locali. Il consumo si fa più consapevole, anche grazie al digitale, ed è giusto e sacrosanto che i nostri valori in tal senso vengano promossi da tutta la ‘filiera’ anche istituzionale”. Cambiamenti climatici, inadeguato sfruttamento delle risorse, emergenza rifiuti: diverse tematiche che si intrecciano e coinvolgono anche l'ecosistema marino. Possiamo dire che nel 2022 lo "sviluppo Sostenibile" è un traguardo non ancora pienamente raggiunto? “Lo sviluppo sostenibile più che un traguardo dovrebbe essere un paradigma da valutare complessivamente. Per quello che riguarda il settore ittico lo sviluppo deve essere sostenibile in primis dal punto di vista economico e sociale. Pensare di risolvere i grandi problemi del pianeta colpevolizzando la pesca quando la scienza non ci ha ancora offerto evidenze assolute, è strumentale e profondamente scorretto. I nostri pescatori sono i veri Custodi dell’Adriatico, delle sentinelle silenziose a guardia del mare e dell’ecosistema”. Luca Rapacciuolo
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