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Crisi della pesca

Pesca nel Mediterraneo: Cisint (Lega) lancia l'allarme per le limitazioni che la nuova commissione proporrà la prossima settimana

Proposta di riduzione drastica dell’attività di pesca in arrivo dalla Commissione Europea, con pesanti conseguenze per il settore. Anna Cisint chiede un intervento rapido del Vicepresidente Fitto

Anna Cisint

Anna Cisint, Lega

La Commissione Europea ha recentemente avanzato una proposta che, se approvata, ridurrà drasticamente l'attività di pesca nel Mediterraneo a partire dal 2025. Una decisione che sta suscitando forti preoccupazioni tra i rappresentanti del settore e i politici, in particolare in Italia, dove il comparto ittico è uno dei più colpiti.

L’eurodeputata Anna Cisint, membro della Commissione Pesca e rappresentante della Lega, ha espresso il suo disappunto, sottolineando che la nuova proposta è addirittura più penalizzante della precedente. “Si parla di una riduzione dell'attività di pesca nel Mediterraneo pari al 38% per il merluzzo, al 29% per il gambero rosso e al 25% per i palangari”, ha dichiarato Cisint, riferendosi agli impatti devastanti che queste misure avrebbero sul settore.

Le nuove limitazioni entreranno in vigore dal 1° gennaio 2025 e potrebbero mettere a rischio centinaia di posti di lavoro. La politica di contenimento delle risorse marine, già in atto negli ultimi anni, sembra non fermarsi: “La situazione per i nostri pescatori sta diventando insostenibile – ha continuato l'eurodeputata – e non possiamo più tollerare questo stillicidio”.

Il testo della proposta sarà presentato al Consiglio Agrifish la prossima settimana, e Cisint ha chiesto un intervento urgente del Vicepresidente della Commissione Europea, Raffaele Fitto. “Occorre fermare questa spirale di riduzioni che sta già mettendo in ginocchio il settore”, ha concluso l’eurodeputata, che ha richiesto misure più equilibrate per tutelare l’ambiente marino senza danneggiare l’economia locale.

L'industria della pesca, che negli ultimi anni ha già subito pesanti limitazioni, teme che queste nuove normative possano avere effetti devastanti sulle imprese e sulle famiglie che dipendono dal mare per il loro sostentamento. Ora, in attesa delle prossime discussioni a livello europeo, la mobilitazione politica e istituzionale per difendere il settore è più che mai urgente.

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