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Sapori e spettacolo

Cinque promesse della pasticceria nel giardino di Alessandro Borghese a Venezia

Parte a Venezia il Kitchen Sound Live 2025, il cooking show che unisce arte, cultura e sapori social

Alessandro Borghese e i cinque partecipanti

Alessandro Borghese e i cinque partecipanti

È un’estate che parla il linguaggio dei social e delle emozioni quella che si accende nel giardino sul Canal Grande di AB – Il lusso della semplicità, il ristorante di Alessandro Borghese. Mercoledì 2 luglio, dalle 18 alle 20, va in scena “L’estetica delle emozioni. Dolci che si postano, sentimenti che si assaporano”, primo appuntamento estivo di AB Kitchen Sound Live 2025, la rassegna che unisce arte, cultura, musica e intrattenimento.

Protagonisti della serata sono cinque giovani talenti AMPI — Ludovica Faiotto, Chiara Pieraccioni, Teddy Ravone, Giulia Sechi e Angelo Valsecchi — chiamati a trasformare la loro visione in monoporzioni in edizione limitata, capaci di sedurre occhi, cuore e palato. Guidati dai Maestri Armando Palmieri e Denis Dianin, i giovani pasticceri dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani invitano il pubblico in un viaggio sensoriale che trasforma il gesto creativo in arte e ogni dolce in racconto emotivo.

«Sono felice di accogliere nuovamente, dopo il successo dello scorso anno, gli AMPI Giovani nel mio ristorante. Credo profondamente nel talento delle nuove generazioni ed è un piacere dare spazio a giovani come questi, capaci di trasformare la pasticceria in un linguaggio emozionale, evocativo quanto la cucina, l’arte o la musica.» dichiara chef Borghese.

Gli fanno eco i Maestri Palmieri e Dianin: «Abbiamo voluto esplorare l’anima delle emozioni attraverso il dolce. Non si tratta solo di tecnica, ma di empatia, di racconto, di connessione con chi assaggia. E questi ragazzi hanno colto perfettamente il senso».

Ecco le cinque creazioni protagoniste della serata:

SERÈ – L’INCANTO DI LUDOVICA FAIOTTO
Omaggio a Venezia, Serè racchiude la magia della città in ciliegia, basilico e vaniglia. Il cuore rosso rubino evoca la dolcezza di un ballo sul Canal Grande, tra ricordi e passioni. Ludovica racconta: «Venezia è unica, ogni scorcio di questa città è magico e indelebile, ed è per questo che ho deciso di creare qualcosa che possa in qualche modo renderle omaggio».

ISTANTANEA – LA NOSTALGIA DI CHIARA PIERACCIONI
Ispirata al fascino delle vecchie fotografie, Istantanea nasce come ricordo da gustare. Frolla all’ananas e gruè di cacao, frangipane al cocco, gel di ananas e crema vellutata disegnano un viaggio di sapori e consistenze. Chiara spiega: «La fotografia rappresenta uno scorcio di Venezia, città che fa da cornice alla nostra serata. Un'immagine che richiama l'emozione della nostalgia. Un ricordo da gustare, un'istantanea che ci invita a fermarci, osservare e assaporare davvero ciò che ci circonda».

PROFUMO DI PRIMAVERA – IL RICORDO DI TEDDY RAVONE
Un dolce che nasce dal legame con il nonno e dalla memoria della campagna: albicocca e mandorle raccontano quei momenti intimi. Teddy ricorda: «Quando ero piccolo andavo ogni tanto in campagna con mio nonno che aveva alberi di albicocche, mandorle e tante altre tipologie di frutta. Mi ricordo che uno dei nostri momenti preferiti era l’apertura dei frutti, dove io ero sempre pronto ad addentarne uno. Il nome del dolce, Profumi di Primavera, evoca i sentori che avvertivo in campagna con lui».

DOMO MEA – L’ORGOGLIO DI GIULIA SECHI
Un tributo alla Sardegna più autentica, Domo Mea fonde memoria e identità con eleganza e forza. Ispirato alla pitandera e al bottone sardo, unisce zabaione ai porcini, bavarese al cioccolato fondente e fondo bruno. Giulia spiega: «Con Domo Mea voglio condividere con il pubblico di Venezia un frammento della storia della mia terra, quella che vive nei simboli, nelle tradizioni e nelle mani che ancora oggi tramandano l’anima della Sardegna più vera e orgogliosa».

TIREME SÙ – LO STUPORE DI ANGELO VALSECCHI
Il classico tiramisù si veste di sorpresa in una monoporzione custodita in una scatoletta rossa e bianca, studiata per stupire. Savoiardo, crema e intensità cromatica parlano la lingua dell’amore e dell’emozione. Angelo riflette: «Credo che il dolce sia uno specchio delle emozioni, sempre soggettivo: cambia in base al momento in cui lo si assapora, allo stato d’animo, al contesto. Il mio obiettivo non è tanto quello di dare forma concreta a un’emozione, quanto di evocare un piacere capace, grazie allo stupore, di far nascere un’emozione autentica».

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