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Granchio blu, da minaccia a risorsa

Granchio blu, da minaccia a risorsa: il Delta del Po cerca il riscatto tra contenimento e nuove opportunità economiche

Il commissario straordinario Enrico Caterino a Radio Veneto24: «Eradicare la specie è impossibile, ma stiamo contenendo i danni e valorizzando la risorsa»

Granchio blu, da minaccia a risorsa: il Delta del Po cerca il riscatto tra contenimento e nuove opportunità economiche

Il granchio blu

Sono passati quasi due anni dall’arrivo del granchio blu atlantico nelle acque del Delta del Po, una presenza che ha messo in ginocchio uno dei principali distretti ittici del Veneto. Oggi, però, la risposta all’emergenza sembra essere entrata in una fase più strutturata, tra misure di contenimento, piani di monitoraggio e un’inaspettata riconversione: trasformare la minaccia in opportunità.

Rosolina chiede pari trattamento nella crisi del granchio blu

A tre anni dall’inizio dell’emergenza legata alla proliferazione del granchio blu, Rosolina resta ai margini delle scelte istituzionali. Nessuna convocazione, nessuna ordinanza, fondi promessi mai distribuiti: è questo il quadro denunciato dall’assessore Sara Biondi, che si fa portavoce del malcontento dei pescatori locali e afferma  “Serve equità, non operazioni elettorali”

 

Lo ha spiegato con chiarezza il commissario straordinario per l’emergenza granchio blu, Enrico Caterino, ospite della trasmissione "Buongiorno Veneto" su Radio Veneto24.

«Eradicare questa specie è impossibile – ha dichiarato Caterino – dobbiamo imparare a conviverci, contenendone la diffusione e mitigando i danni alle attività produttive».

Una strategia in corso: cattura selettiva e tutela degli allevamenti

Il piano d’azione predisposto dal commissario prevede catture mirate, avviate lo scorso aprile, con un’attenzione particolare alle femmine cariche di uova, nella speranza di interrompere o rallentare il ciclo riproduttivo del crostaceo. I risultati, almeno nei primi mesi, indicano una crescita nei quantitativi pescati rispetto al 2024, con l’eccezione di aprile, mese in cui la cattura è stata inferiore di circa due terzi rispetto all’anno precedente.

Parallelamente, si lavora alla protezione degli allevamenti di molluschi, attraverso recinzioni e barriere difensive, misure che hanno dato risultati incoraggianti nelle fasi iniziali di sperimentazione. «L’obiettivo principale – ha precisato Caterino – è salvaguardare la biodiversità e, soprattutto, i vivai di venericoltura».

Il paradosso del granchio: da invasore a prodotto gourmet

C’è però anche un risvolto positivo, inatteso fino a poco tempo fa. Il granchio blu, già apprezzato in Paesi come gli Stati Uniti, sta diventando un prodotto ricercato anche sulle nostre tavole.

«L’ho acquistato e assaggiato personalmente – ha raccontato Caterino – ha una polpa ottima, molto simile all’aragosta. L’unico problema è l’estrazione della polpa, un po’ laboriosa, ma il sapore è davvero pregiato».

Il mercato, intanto, si muove: una società dello Sri Lanka è pronta ad avviare le attività di lavorazione e esportazione del crostaceo direttamente dal Polesine, dimostrando che la filiera può essere riconvertita e generare nuove opportunità economiche per il territorio.

Una “tempesta perfetta” ambientale

L’exploit del granchio blu è il risultato di una combinazione di fattori ambientali, spiegano gli esperti: alluvioni, innalzamento delle temperature e variazioni nella salinità delle acque hanno creato un habitat perfetto per la proliferazione del crostaceo, che può deporre milioni di uova per ogni ciclo riproduttivo.

«Siamo di fronte a una vera e propria tempesta perfetta – ha concluso il commissario – ma il nostro compito ora è quello di adattarci, proteggere gli operatori locali e, se possibile, trarre qualcosa di buono da una crisi senza precedenti».

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