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Attualità
23.07.2025 - 11:04
Foto di repertorio
Il reparto di Ostetricia dell’ospedale della Cittadella della Salute di Treviso vive da mesi una situazione di crescente sofferenza. A denunciarlo con forza è il sindacato Nursing Up, che chiede all’Ulss 2 Marca Trevigiana di mantenere gli impegni presi e avviare senza ulteriori indugi nuove assunzioni di personale ostetrico.
La denuncia arriva dopo un’altra giornata critica: reparto al completo, sala parto sotto pressione e personale insufficiente a garantire la sicurezza necessaria. Anche l’utenza inizia a percepire il disagio, come testimoniano le segnalazioni nei questionari di soddisfazione compilati dalle pazienti.
“Il personale è allo stremo – afferma Annarita Secchi, referente Nursing Up per Treviso –. A fronte di dieci sale parto operative nel nuovo ospedale, il numero di ostetriche è rimasto invariato. È un modello insostenibile che mette a rischio sia chi lavora sia chi viene assistito”.
Il trasferimento del reparto nella nuova sede della Cittadella e la contestuale espansione delle sale parto da quattro a dieci non sono stati accompagnati da un adeguato rafforzamento dell’organico. A oggi, denunciano le rappresentanti sindacali, la turnistica è costantemente scoperta e spesso viene dirottata un’ostetrica dalla degenza alla sala parto, lasciando scoperti altri servizi essenziali, come il Pronto Soccorso ginecologico.
Ad aggravare il quadro, la notizia delle dimissioni del primario di Ginecologia e Ostetricia e il prossimo pensionamento della coordinatrice ostetrica, due passaggi che aprono una fase delicata di transizione.
“I vertici dell’Ulss – spiega Secchi – hanno promesso l’assunzione immediata di un’ostetrica e l’avvio della richiesta per altre due. Per ora, però, ci è arrivato solo un supporto temporaneo da altri ospedali, insufficiente a risolvere una situazione che va affrontata strutturalmente”.
La sofferenza organizzativa non è più invisibile. I questionari PREMsH, compilati dalle donne dopo il ricovero, indicano chiaramente che le operatrici lavorano sotto organico e sotto pressione. A fronte di una grande professionalità riconosciuta al personale, emerge la preoccupazione per la qualità dell’assistenza.
Non mancano i segnali formali: una lettera firmata da 38 ostetriche alla Regione, diverse comunicazioni tramite il sistema aziendale Segnal-Net, e un confronto serrato tra sindacato e direzione sanitaria.
“Quello che sta accadendo – osserva Guerrino Silvestrini, segretario regionale Nursing Up – non è più tollerabile, soprattutto in una struttura che è il principale hub ostetrico della provincia, con oltre 2.500 parti l’anno, molti dei quali ad alto rischio. Chiediamo che l’Ulss 2 attui misure concrete e durature per ripristinare la sicurezza e tutelare chi lavora e chi nasce”.
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