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San Biagio di Callalta celebra Giuseppe Lorenzon: 102 anni di saggezza, lavoro e famiglia

Il Sindaco Pillon rende omaggio al cittadino più longevo del Comune: «Un patrimonio di valori per l’intera comunità»

San Biagio di Callalta celebra Giuseppe Lorenzon: 102 anni di saggezza, lavoro e famiglia

Foto di repertorio

Centodue candeline, una vita lunga oltre un secolo trascorsa con dedizione alla famiglia e alla terra. Nei giorni scorsi, Giuseppe Lorenzon, classe 1923, ha raggiunto uno dei traguardi più straordinari che un essere umano possa celebrare: 102 anni di età. Originario di via Bosco, Giuseppe è oggi il cittadino più anziano del Comune e simbolo di una generazione che ha costruito il presente con il sudore della fronte e valori granitici.

Alla festa, svoltasi in famiglia in un clima di grande commozione e calore, erano presenti i suoi quattro figli – Giovanni, Giorgio, Ornella e Ivano – sei nipoti e sei pronipoti, oltre ad amici e parenti che hanno voluto stringersi attorno al festeggiato. Un momento di festa che ha unito tre generazioni, tutte orgogliose di rendere omaggio a un uomo che, con semplicità e tenacia, ha attraversato due guerre, la ricostruzione e i profondi cambiamenti del nostro Paese.

Il saluto dell’Amministrazione comunale

A portare il saluto ufficiale del Comune è stata Valentina Pillon, sindaco di San Biagio, accompagnata dall’assessore al Sociale Alessia Zanetti. In segno di riconoscenza, il primo cittadino ha consegnato a Lorenzon una pergamena commemorativa, simbolo dell’affetto e della gratitudine di tutta la comunità sanbiagese.

«La longevità di Giuseppe – ha sottolineato il sindaco Pillon – è un patrimonio prezioso per tutti noi. La sua esistenza, fatta di lavoro nei campi e amore per la famiglia, rappresenta un esempio di quei valori autentici che dobbiamo custodire e trasmettere alle nuove generazioni».

Un’eredità morale che unisce

Quella di Giuseppe Lorenzon è una storia che parla di umiltà, fatica e dedizione. Una vita spesa senza clamore, ma con un senso del dovere che oggi appare quasi epico. In un mondo che corre veloce, il suo è un tempo rallentato e profondo, fatto di gesti semplici e costanti, in cui la cura per la terra si mescolava a quella per le persone.

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