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13.09.2025 - 09:15
Foto di repertorio
C’è chi cammina per fede, chi per ritrovare sé stesso, chi per sport e chi per amore dei paesaggi. Qualunque sia il motivo, una cosa è certa: il Veneto si sta riscoprendo terra di cammini. Non si tratta solo di sentieri o trekking alpini, ma di percorsi strutturati, lenti, sostenibili, che attraversano borghi, campagne, fiumi e città d’arte, seguendo antiche vie romane, medievali o devozionali.
In questi ultimi anni, complici la riscoperta del turismo di prossimità e la voglia di riconnettersi con la natura, il numero di viandanti è cresciuto, e con loro la rete dei cammini: oltre 1.000 chilometri di itinerari segnalati, molti dei quali percorribili in tappe giornaliere, ben serviti da ospitalità e trasporti.
Il più noto è senza dubbio il Cammino di Sant’Antonio, che collega Padova a La Verna, passando per i Colli Euganei e la pianura veneta, seguendo le orme del santo. Un percorso spirituale e paesaggistico che tocca santuari, chiese, piccoli borghi e paesaggi rurali ancora intatti.
Ma non è il solo. Sempre più apprezzato è anche il Cammino delle Dolomiti, un anello di circa 500 chilometri attorno alla provincia di Belluno, che unisce vette maestose, villaggi ladini, chiese alpine e boschi secolari. Un itinerario impegnativo, ma di straordinaria bellezza.
Un altro cammino in forte crescita è la Romea Strata, una delle vie storiche percorse dai pellegrini dell’Europa orientale diretti a Roma. In Veneto attraversa zone rurali poco battute dal turismo di massa, tra abbazie millenarie (come Pomposao Praglia) e tratti lungo fiumi navigabili come il Brenta o l’Adige.
Molto suggestivi anche i percorsi tra le Colline del Prosecco, patrimonio UNESCO, come il Cammino delle Colline del Piave, che unisce spiritualità e gusto, con tappe in abbazie, eremi, cantine e musei della Grande Guerra.
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