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Allarme sicurezza in ospedale

Treviso, allarme sicurezza in ospedale: chiesto presidio fisso di Polizia dopo l’ennesima aggressione

Un uomo di 40 anni colpisce un anziano e un infermiere al Ca’ Foncello. L’Usl si mobilita: braccialetti anti-aggressione in arrivo per il personale sanitario

Treviso, allarme sicurezza in ospedale: chiesto presidio fisso di Polizia dopo l’ennesima aggressione

Foto di repertorio

Un pomeriggio di ordinaria follia all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso ha riacceso i riflettori su un problema sempre più urgente: la sicurezza del personale sanitario. Lo scorso martedì 9 settembre, un uomo di 40 anni con disturbi psichici ha aggredito fisicamente un anziano di 70 anni seduto in sala d’attesa, e successivamente ha colpito in pieno volto Gianluca Martin, infermiere e segretario provinciale FIALS, provocandogli un trauma mandibolare con sette giorni di prognosi.

L’episodio, l’ennesimo in una lunga scia di violenze ai danni del personale ospedaliero, ha spinto l’Usl 2 Marca Trevigiana a fare un passo deciso: richiesta ufficiale alla Prefettura di Treviso per l’attivazione di un presidio fisso della Polizia all’interno dell’ospedale.

Una stretta necessaria

Il Direttore Generale Francesco Benazzi, già il giorno successivo all’aggressione, ha convocato i sindacati per valutare contromisure concrete. Tra le proposte, sostenute anche da parte dell’amministrazione comunale, quella di garantire almeno un agente per turno nelle aree più esposte al rischio, come il pronto soccorso.

Benché siano già presenti vigilantes privati, l’introduzione di agenti in divisa in pianta stabile servirebbe come deterrente, oltre che come misura immediata di intervento.

Solidarietà e innovazione: arrivano i “braccialetti salvavita”

Nel frattempo, l’Usl attende la distribuzione dei 300 braccialetti anti-aggressione acquistati da Azienda Zero, un dispositivo che promette di diventare un alleato fondamentale. Si tratta di speciali orologi da polso in grado di segnalare automaticamente situazioni di pericolo, analizzando i movimenti anomali degli operatori e allertando il personale di sicurezza anche in caso di impossibilità a premere un pulsante.

La FIALS Treviso ha reagito con fermezza, esprimendo piena solidarietà a Martin e ribadendo la necessità di una “tolleranza zero” verso ogni forma di violenza in corsia.

Un fenomeno in crescita

Il caso trevigiano non è isolato. Le aggressioni a medici, infermieri e operatori sanitari sono purtroppo in costante aumento in tutta Italia, in particolare nei pronto soccorso e nei reparti psichiatrici. E mentre cresce il disagio tra i pazienti, si fa sempre più urgente una riforma della sicurezza negli ospedali, che tuteli chi ogni giorno lavora in prima linea.

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