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Laguna segreta
18.09.2025 - 09:55
Immagine di repertorio
Quando si parla di Venezia, l'immaginario collettivo si ferma a Piazza San Marco, al Ponte di Rialto e ai canali attraversati da gondole. Ma basta salire su un vaporetto con meno pretese turistiche per ritrovarsi in un altro mondo: quello delle isole minori della laguna, scrigni di quiete, spiritualità e memoria. Tre nomi su tutti – San Francesco del Deserto, Mazzorbo, Pellestrina – racchiudono l’essenza di una Venezia che non si vede, ma si sente.
Incastonata tra Sant’Erasmo e Burano, San Francesco del Deserto è un’isola-monastero abitata ancora oggi da una piccola comunità di frati minori. Si racconta che qui San Francesco d’Assisi abbia sostato di ritorno dall’Oriente nel 1220, trasformando quel luogo in una casa di preghiera e raccoglimento. Visitabile solo su prenotazione, è uno dei luoghi più mistici della laguna, immerso in un bosco di cipressi e silenzi, dove il tempo pare sospeso e le voci si fanno sussurri. Una meta per chi cerca pace, più che selfie.
Unita a Burano da un semplice ponte pedonale, Mazzorbo è la sorella timida dell’isola dei merletti. Ma dietro la sua riservatezza si cela un passato agricolo e spirituale prezioso. Qui si trova Venissa, tenuta con vigna murata dove si coltiva la Dorona, l’antico vitigno veneziano quasi scomparso. Oltre al vino (tra i più rari d’Italia), Mazzorbo offre una passeggiata rilassante tra orti, campi, antiche case colorate e una chiesa millenaria. Ideale per chi cerca la bellezza nella semplicità.
Poco più di 10 chilometri di terra tra mare e laguna: Pellestrina è la Venezia popolare e genuina, un villaggio lungo e stretto fatto di case basse e colorate, reti stese ad asciugare, biciclette e osterie. Qui la vita ha ancora il ritmo della pesca, dei tramonti sulle barene e dei racconti tramandati in dialetto. I turisti? Rari. I panorami? Incredibili. Dal murazzo che protegge l’isola dalle maree si ammirano tramonti infuocati e stormi di uccelli lagunari. E, naturalmente, si mangia pesce come Dio comanda: sarde in saor, moeche, risotto di go’.
Venezia ha mille volti, ma la laguna ne custodisce i più autentici. Visitare queste isole significa riscoprire un turismo lento, consapevole, intimo, fatto di passi leggeri e occhi attenti. In un’epoca di folla e consumo, la vera bellezza è nei luoghi che non gridano, ma sussurrano. E la laguna segreta ne è il più affascinante esempio.
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