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Dimesso il primo cuore artificiale
18.09.2025 - 11:11
Immagine di repertorio
È stato dimesso nei giorni scorsi dalla Struttura Riabilitativa Provinciale di Lonigo il primo paziente veneto ad aver ricevuto un cuore artificiale completo. L’intervento, effettuato lo scorso 26 marzo presso la Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, ha rappresentato un traguardo importante per la medicina regionale.
Dopo la fase post-operatoria, il paziente è stato trasferito a giugno presso il reparto di Cardiologia a indirizzo Riabilitativo di Lonigo, scelto come centro di eccellenza per la riabilitazione di casi ad alta complessità come trapianti cardiaci e impianti di sistemi di assistenza ventricolare.
«Essere stati incaricati di seguire un paziente con queste caratteristiche conferma la qualità e l’autorevolezza della nostra struttura — ha commentato la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica —. Lonigo si sta affermando come un punto di riferimento regionale, grazie a investimenti importanti in tecnologia e professionalità medica, che attraggono pazienti non solo locali ma anche da altre province».
Il dott. Claudio Bilato, direttore dell’U.O.C. Cardiologia di Arzignano e della Cardiologia Riabilitativa di Lonigo, ha sottolineato le difficoltà nel gestire pazienti con cuore artificiale: «Questi pazienti sono estremamente fragili e richiedono una sorveglianza attenta, in particolare per prevenire infezioni e complicanze ematologiche, a causa della terapia immunosoppressiva e del rischio di trombosi. Il successo è merito dell’equipe multidisciplinare altamente qualificata che segue ogni fase del recupero».
Il percorso riabilitativo, durato circa sei settimane, ha previsto un programma personalizzato di mobilità, iniziando da esercizi passivi fino a una progressiva autonomia nei movimenti, culminata nella capacità di camminare regolarmente al momento della dimissione.
Ogni anno, la Cardiologia Riabilitativa di Lonigo assiste circa 450 pazienti, con un ricovero medio tra due e tre settimane. L’approccio è personalizzato e multidisciplinare, coinvolgendo cardiologi, fisiatri e nutrizionisti.
Infine, è già in programma un ampliamento della struttura, che prevede un aumento dei posti letto da 22 a 30 e un potenziamento del personale medico interno, per garantire un ulteriore miglioramento delle prestazioni e della qualità delle cure offerte.
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