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Attualità
23.09.2025 - 08:20
Foto di Nicola Fossella
Un lunedì sera che ha trasformato Padova in un palcoscenico di solidarietà e protesta. Circa diecimila persone hanno preso parte al corteo organizzato per Gaza, un evento che ha visto scendere in strada studenti, famiglie, lavoratori e attivisti, in un’atmosfera pacifica e determinata. La manifestazione, parte di una giornata di sciopero nazionale, ha avuto una forte eco in tutto il Veneto, dopo le azioni di blocco del porto di Marghera al mattino.
Il corteo è partito da piazza Garibaldi intorno alle 18:00, ma già un’ora prima il Liston era una distesa di bandiere palestinesi e striscioni, che hanno attratto i primi duemila partecipanti, tra cui molti arrivati direttamente da Venezia. L’unione con i lavoratori in sciopero ha fatto crescere rapidamente il numero dei manifestanti, con le prime stime che parlano di diecimila persone. Il percorso ha attraversato le vie principali di Padova, tra Corso Garibaldi, via Trieste, via Gozzi e via Tommaseo, per terminare nella zona di Stanga e Portello.
Seppur la grande folla abbia inevitabilmente causato alcuni disagi al traffico, la manifestazione si è svolta senza problemi. Le forze dell’ordine, grazie a un lavoro discreto ma efficace, hanno garantito l’ordine pubblico, permettendo al corteo di proseguire senza incidenti. Anche quando il gruppo ha raggiunto la rotatoria della Stanga, causando temporanei blocchi al traffico, la gestione della situazione è stata impeccabile. Tra i momenti simbolici della manifestazione, alcuni fuochi d’artificio hanno illuminato il cielo, senza mai far perdere di vista il messaggio pacifico della protesta.
Una delle testimonianze più toccanti è stata quella di Rouwaida, una donna che ha vissuto direttamente la drammaticità della situazione a Gaza e che, giunta a Padova con il figlio di sei anni per curare le gravi ustioni del piccolo, ha raccontato il suo dolore di madre e la sua speranza in un futuro migliore per la Palestina. La sua voce ha raccolto il silenzio di migliaia di persone, un silenzio carico di emozione e significato che ha parlato più di qualsiasi slogan.
Nonostante la rabbia e la sofferenza che caratterizzano la causa, la protesta padovana è rimasta all’interno dei confini della civiltà, con cori, simboli e testimonianze che hanno dato voce al dolore di Gaza senza mai oltrepassare la soglia della violenza. Padova ha dimostrato ancora una volta che la partecipazione civile e pacifica è il miglior strumento per far sentire una voce forte e chiara.
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