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Zaia rompe gli indugi: il Veneto tappezzato di manifesti

"Veneto, sempre! L’impegno continua": parte la campagna targata Lega. Ufficiale l'investitura come capolista

Zaia rompe gli indugi: il Veneto tappezzato di manifesti

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È comparso ieri, in contemporanea in tutte le province venete, un messaggio forte e chiaro, grande sei metri per tre, che non lascia molto spazio ai dubbi: “Veneto, sempre! L’impegno continua”. Con questa scritta, accompagnata dalla data delle prossime elezioni regionali (23 e 24 novembre 2025) e dal logo della Lega–Liga Veneta Salvini, parte di fatto la campagna elettorale di Luca Zaia.

L’attuale governatore del Veneto, protagonista indiscusso della scena politica regionale degli ultimi quindici anni, si ritrova così al centro di una nuova operazione di mobilitazione popolare. Una scelta voluta dalla Lega, che ha deciso di lanciare in grande stile l'immagine del presidente uscente, riconoscendogli un ruolo da catalizzatore di consensi e da simbolo di continuità amministrativa.

Ma se i manifesti parlano già come se la candidatura fosse scritta, Zaia continua a schermirsi. «Il mio ruolo? Deciderà il tavolo nazionale», ha dichiarato con il consueto tono prudente, alimentando così la suspense che ormai da settimane anima i retroscena della politica veneta.

Dietro l'apparente ufficialità della sua discesa in campo si cela però una partita ancora aperta. Da un lato, pare ormai scontata la sua presenza come capolista della Lega in tutte le province, mossa che avrebbe una duplice funzione: sostenere il partito con il suo volto più riconoscibile e consolidare la base elettorale della coalizione. Dall’altro, c’è chi scommette che, una volta eletto, Zaia non siederà affatto in Consiglio regionale.

Secondo diverse fonti, l’attuale presidente sarebbe destinato a tornare a Roma, probabilmente alla Camera dei Deputati, rilevando il seggio di Alberto Stefani, che i bookmaker danno in pole per la presidenza del Veneto. Uno scambio tutto interno alla Lega, che però al momento resta sul piano delle ipotesi, in attesa di conoscere il nome ufficiale del candidato presidente del centrodestra.

Nel frattempo, la presenza di Zaia come capolista pone un problema interno alla Lega. Il sistema elettorale regionale prevede infatti la possibilità per l’elettore di esprimere due preferenze, a patto che siano di genere diverso. Una condizione che, di fatto, rischia di penalizzare altri candidati uomini dello stesso partito, impossibilitati a beneficiare del cosiddetto “traino” di preferenze che la candidatura di Zaia inevitabilmente eserciterà.

Sul fronte alleato, Fratelli d’Italia mantiene una posizione d’attesa, ma non senza qualche frecciata. Il senatore Luca De Carlo ha risposto alle dichiarazioni di Zaia con un messaggio chiaro: «Un candidato non leghista non sarebbe un problema per i veneti, ma per la Lega». Parole che confermano come, dentro la coalizione, il tema della candidatura resti ancora tutt’altro che chiuso.

Al di là delle incertezze, il significato politico del maxi-manifesto è inequivocabile: Luca Zaia è ancora il volto della Lega in Veneto. Dopo 15 anni alla guida della Regione, la sua immagine resta la più spendibile sul territorio, capace di parlare a un elettorato trasversale e di tenere insieme le anime del partito.

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