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"Meglio una costola rotta che un arresto cardiaco": a lezione di salvataggio col Pronto Soccorso di Padova

L'AOU di Padova ha presentato il report annuale del Pronto Soccorso e la giornata di formazione al Palazzo della Ragione con il campione olimpico di canottaggio Rossano Galtarossa

Da sinistra, Rossano Galtarossa, Vito Cianci, Giuseppe Dal Ben e Alessandra Pizziol

Da sinistra, Rossano Galtarossa, Vito Cianci, Giuseppe Dal Ben e Alessandra Pizziol

Questa mattina alle 11.00, presso l', è stato presentato il report annuale dell'unità di Pronto Soccorso.

125mila pazienti trattati nel corso del 2024: è questo il bilancio delle due unità di Pronto Soccorso del capoluogo euganeo. Lo dice il report annuale che, questa mattina, ha presentato il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera dell'Università di Padova, Giuseppe Dal Ben, insieme ai direttori del Pronto Soccorso dell'Azienda Ospedaliera e del Sant'Antonio, Vito Cianci e Alessandra Pizziol. È stata l'occasione anche per un confronto con i numeri odierni.

L'anno scorso i pazienti trattati in Via Giustiniani hanno sfiorato le 100mila unità, di cui quasi il 60% trattati in codice bianco, mentre al Sant'Antonio, che storicamente gestisce flussi minori, gli utenti sono stati poco più di 25mila. Questo secondo dato però non deve trarre in inganno, infatti un utente su tre del Sant'Antonio è over 75 e rappresenta il 90% dei codici rossi accolti nella struttura. Questa suddivisione permette da sempre agli ospedali euganei di offrire un servizio su misura e di alta qualità.

Durante la presentazione si è anche parlato dell'OBI, il reparto di Osservazione Breve Intensiva introdotto quest'anno, dedicato ai pazienti del Pronto Soccorso che hanno bisogno di monitoraggio urgente. Questo nuovo supporto all'unità di emergenza permette di evitare sia ricoveri che dimissioni inopportuni, grazie ai dieci posti letto con controllo telemetrico completo. Il risultato: cure più efficaci e costi di gestione ridotti.

All'incontro era presente anche l'ex campione olimpico di canottaggio Rossano Galtarossa, appena tornato trionfante dal mondiale di Shangai dove ha coordinato la squadra azzurra che ha portato a casa un prestigioso oro. Ma perché coinvolgere uno sportivo? Perché Galtarossa è l'esempio vivente di come la formazione di primo soccorso sia fondamentale anche al di fuori del mondo medico.

Lo sportivo ha raccontato infatti di aver partecipato a ben due interventi di salvataggio. Il primo, senza alcuna preparazione, quando nel 2014 salvò un bagnante collassato nel lago di Varese. Dopo aver chiamato il 118, operò delle compressioni toraciche sulla vittima fino all'arrivo dei sanitari, ricevendo il plauso degli operatori d'emergenza. Dopo quell'esperienza, decise di fare un corso di formazione specifica con l'ospedale di Padova, che gli tornò utile tre anni fa quando, con l'aiuto di un bagnino, salvò la vita a una donna collassata a bordo strada. "Spesso la gente ha paura di intervenire, temendo di fare la cosa sbagliata, ma è sempre meglio una costola rotta che un arresto cardiaco" spiega.

Anche la dottoressa Pizziol ha ribadito il concetto, ricordando le "tre C" della rianimazione polmonare: "Check", ovvero controllare che non ci sia respiro o battito cardiaco, "Call", cioè chiamare subito i soccorsi, e infine "Compress", iniziare le compressioni toraciche. Questo terzo punto è fondamentale, infatti il direttore Dal Ben ha spiegato che a Padova un'ambulanza impiega mediamente 7 minuti a intervenire, che sono inferiori alla media nazionale, ma se nessuno presta il primo soccorso, possono spesso costare la vita alla vittima.

Il 20 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale della Rianimazione Cardiopolmonare, il Comune di Padova metterà a disposizione Palazzo della Ragione per una serie di corsi gratuiti sul primo intervento, per chiunque voglia imparare il modo giusto per intervenire in caso di emergenza: cittadini preparati e una rete sanitaria sempre più capillare sono le chiavi del successo della sanità di domani.

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