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Sapori
02.10.2025 - 13:45
Foto di repertorio
Il Veneto è una terra che si esprime con mille accenti, non solo nei dialetti ma anche a tavola. Accanto ai piatti celebri – come il baccalà alla vicentina, la soppressa o il risotto al tastasal – esistono cucine locali meno conosciute che meritano attenzione. Ecco cinque territori da riscoprire attraverso i loro sapori, custodi di una gastronomia autentica e sorprendente.
Tra pascoli e malghe, la Lessinia offre una cucina montana ricca e sostanziosa. Da provare il gnocco sbatùi, una variante rustica del gnocco con burro e formaggio fuso, oppure la pastissada de caval, spezzatino di carne equina cotto lentamente nel vino. I formaggi d’alpeggio, come il Monte Veronese DOP, sono protagonisti assoluti.
Il Polesine, terra di fiumi e bonifiche, propone una cucina umile ma saporitissima. Piatto simbolo? Il riso alla canarola, con fegatini e rigaglie, oppure l’anguilla in umido. Immancabili le frittelle di riso nel periodo di Carnevale e i dolci a base di zucca. Una cucina che parla di terra e resilienza.
Meno nota di Venezia, la laguna di Caorle custodisce una tradizione culinaria marinara unica. Nei casoni – le antiche case di canna – nascono piatti come il bisato su l’ara (anguilla alla brace) o il broeto, una zuppa di pesce con aceto e polenta. La pesca artigianale è ancora viva, e si sente nel gusto.
Questa zona montana conserva un’identità gastronomica a sé: orzotto, formaggi d’alpeggio, selvaggina e funghi la fanno da padrone. Non manca il dolce tipico: il brazadel, ciambella rustica dell’Altopiano. Una cucina semplice, contadina, che valorizza ciò che offre il bosco.
Chioggia e le isole minori custodiscono ancora oggi una cultura marinara autentica. Dalla sardèa in saor (sardine marinate con cipolla e aceto) alla zuppa di go (ghiozzi), ogni piatto racconta storie di mare e fatica. Da non perdere i mercati ittici, veri templi del pesce fresco.
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