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I segreti del bigolo al ragù: tradizione e gusto veneto in un piatto senza tempo

Dal torchio alla tavola, la pasta rustica che racconta il cuore della cucina regionale

Bigoli con l'arna anitra ritaglio

Foto di repertorio

Se c’è un piatto che incarna lo spirito della cucina veneta, è senza dubbio il bigolo al ragù. Rustico, saporito, profondamente legato alla terra e alla tradizione, questo primo piatto ha attraversato i secoli senza perdere un briciolo del suo fascino, portando in tavola storia, cultura contadina e un’esplosione di gusto.

Un formato antico come il Veneto

I bigoli – al singolare “bigolo” – sono una pasta lunga, simile a uno spaghetto ma più spessa e ruvida, perfetta per accogliere sughi corposi. La loro origine risale almeno al XVI secolo, quando comparvero per la prima volta sulle tavole delle famiglie veneziane e padovane. Venivano preparati con un torchio manuale, il bigolaro, ancora oggi utilizzato da alcuni artigiani e cuochi affezionati alla lavorazione tradizionale.

A differenza della pasta industriale, il bigolo ha una superficie porosa che trattiene il condimento in modo eccezionale. La sua consistenza, tenace e corposa, lo rende il perfetto alleato dei ragù più intensi.

Il ragù veneto: meno pomodoro, più sostanza

Ma cosa rende il ragù veneto diverso dal classico ragù alla bolognese? La risposta sta tutta negli ingredienti e nella filosofia del “fare con quello che si ha”. Nella tradizione contadina veneta, infatti, il ragù non era solo a base di manzo o maiale, ma spesso includeva carni miste: anatra, oca, coniglio, e perfino frattaglie nei giorni più poveri. Il pomodoro, usato con parsimonia, serviva solo ad ammorbidire il fondo di cottura, mentre la vera base era fatta di soffritto abbondante, vino bianco e una lunga, paziente cottura.

In molte famiglie, il ragù veneto viene preparato ancora oggi come un piccolo rito domestico, cotto a fuoco basso per ore, arricchito con spezie leggere, foglie d’alloro e, talvolta, una grattugiata di formaggio grana stagionato al momento di servire.

Le varianti locali: dal bigolo all’anatra a quello “in salsa”

In Veneto ogni zona ha la sua variante: nel padovano si predilige il bigolo all’anatra, nel vicentino si prepara con carni più grasse, nel veneziano si trova anche il bigolo in salsa, ovvero condito con acciughe e cipolla – un piatto di origine quaresimale, ma amatissimo ancora oggi.

Un piatto da riscoprire (e proteggere)

Oggi, chef e trattorie stanno riscoprendo i bigoli e proponendoli con ingredienti del territorio, spesso a chilometro zero. Ma c’è anche chi, come le confraternite gastronomiche e i promotori della cucina veneta tradizionale, chiede che il bigolo venga inserito nei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) e tutelato come patrimonio identitario.

Dove gustarlo

Per chi vuole assaporare un autentico bigolo al ragù, le province di Padova, Treviso, Vicenza e Rovigo offrono numerose sagre e ristoranti tipici dove gustare questo piatto nella sua forma più genuina. Uno dei luoghi simbolo è Limena (PD), dove si tiene ogni anno una festa del bigolo che richiama migliaia di appassionati.

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