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Attualità
30.10.2025 - 17:01
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uando il grande fiume rallenta la sua corsa, il mare avanza. Nel Delta del Po, l’acqua salata che risale per chilometri è una minaccia concreta per agricoltura, ecosistemi e risorse idriche. Ma tra bonifiche, barriere antisale e bacini naturali, il territorio sta imparando a difendersi — e a diventare un modello europeo di adattamento climatico.
È questo lo spirito del seminario itinerante “Delta del Po: un laboratorio a cielo aperto”, organizzato da Legambiente Veneto, Consorzio di Bonifica Delta del Po e ANBI Veneto, nell’ambito del progetto LIFE Climax Po. Un’intera giornata di sopralluoghi e incontri sul campo, per vedere da vicino infrastrutture e soluzioni che stanno cambiando il modo di gestire l’acqua.
Le tappe della visita hanno toccato sei punti chiave:
L’impianto irriguo di Goro, dove l’acqua di bonifica viene riutilizzata per l’irrigazione, esempio concreto di economia circolare della risorsa idrica.
Il ponte dismesso di Ca’ Mello, simbolo visibile della subsidenza, che mostra quanto il terreno si sia abbassato negli anni.
La barriera antisale di Scardovari, che impedisce la risalita dell’acqua marina nel Po di Tolle, proteggendo agricoltura e habitat dolciacquicoli.
Il bacino di Volta Vaccari, dove si sperimentano soluzioni “nature-based” per trattenere acqua dolce.
L’idrovora di Ca’ Dolfin, uno dei cardini del sistema di sicurezza idraulica che mitiga il rischio di inondazioni.
“Le opere e la manutenzione costante dell’infrastruttura idraulica sono vitali per il Delta del Po,” spiega Rodolfo Laurenti, direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po.
“Il cambiamento climatico sta alterando profondamente il nostro equilibrio con l’acqua. Serve un nuovo modello di gestione del territorio,” aggiunge Francesco Tornatore dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.
Anche Luigi Lazzaro di Legambiente Veneto sottolinea come il progetto Climax Po “metta insieme ricerca, tecnica e comunità, per costruire resilienza e preparare i territori del Po alle sfide future”.
LIFE Climax Po, cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea, punta a promuovere strategie di adattamento climatico in tutto il distretto padano, in linea con la Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
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