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Miranese. Ambito Territoriale Sociale, si accende il dibattito nel comprensorio

Lavoratori preoccupati per le ricadute occupazionali In Riviera e Miranese

Ambito Territoriale Sociale, si accende il dibattito nel comprensorio

Andrea Martellato Presidente Conferenza dei Sindaci dell' Ulss 3

I Comuni hanno complessivamente in organico una sessantina di operatori dei servizi sociali

Si accende il dibattito in Riviera del Brenta e nel Miranese sulla questione della riorganizzazione dei servizi sociali dei Comuni che saranno accorpati in un unico Ambito Territoriale Sociale si cui il capofila è Mira. I Comuni che hanno complessivamente in organico una sessantina di operatori dei servizi sociali, a maggioranza, hanno scelto come forma organizzativa l’Azienda Speciale Consortile che però è vista dai lavoratori come una minaccia a livello occupazionale e di diritti acquisiti per questo nelle scorse settimane era stato indetto lo stato di agitazione. All’attacco di questo modello è il consigliere comunale a Noale ed ex sindaco Michele Celeghin. “Pensare che i servizi sociali vengano decentrati in altra sede e che ai dipendenti non siano garantite le giuste e legittime tutele sindacali - dice - significa snaturare il lavoro svolto in tutti questi anni, creando un danno alle fasce più deboli della nostra popolazione. Penso soprattutto alle famiglie in difficoltà ed agli anziani. Ritengo questa una scelta contraria all’efficentamento del servizio, ma soprattutto penalizzante nei confronti dei tanti che si rivolgono ai nostri servizi sociali”. Sulla questione interviene anche il sindaco di Noale Stefano Sorino. “In applicazione alla legge regionale, che definisce la costituzione dell’Ambito Territoriale Sociale (Ats) - ricorda Sorino - il Comitato dei Sindaci del Miranese e della Riviera del Brenta ha deliberato, a larga maggioranza, di individuare l’Azienda Speciale Consortile come ente strumentale non economico per la gestione associata delle funzioni sociali. In questo nuovo assetto, i Comuni devono esercitare in forma associata le funzioni di programmazione e organizzazione dei servizi sociali mantenendo però la propria autonomia istituzionale”. Sorino in votazione aveva espresso il voto a favore della forma consortile cioè contrario a quella scelta. Il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl 3 Andrea Martellato (assessore a Fiesso D’Artico e consigliere di opposizione a Mira) invece chiarisce. “La decisione - dice Martellato - dei sindaci dei 17 Comuni di procedere verso la costituzione di un’Azienda Speciale Consortile, nasce da una precisa previsione della Legge Regionale. Non si tratta di una “privatizzazione”, né di un’uscita dal perimetro pubblico: l’Azienda Speciale è un ente pubblico a tutti gli effetti, dotato di autonomia gestionale ma soggetto al controllo dei Comuni che la costituiscono. Il recente decreto Idi giugno 2025 ha definitivamente chiarito che tutti i lavoratori e le lavoratrici manterranno il loro contratto pubblico, i diritti acquisiti e la piena continuità contributiva e previdenziale. Nessuna riduzione di tutele, nessun peggioramento delle condizioni contrattuali. Il confronto con le organizzazioni sindacali, avviato nelle scorse settimane e concluso in Prefettura con la sospensione dello stato di agitazione, ha permesso di condividere un percorso di garanzia reciproca”. Alessandro Abbadir

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