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Attualità
31.10.2025 - 17:46
Bruno Giordano
Sport e cultura non sono un lusso riservato a pochi, ma strumenti fondamentali per la crescita dei ragazzi. Lo sa bene Fondazione Cariverona, che con il bando “Sport e cultura per includere” ha selezionato 42 progetti dedicati a bambini e adolescenti dai 6–18 anni, investendo complessivamente 2 milioni di euro nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Mantova e Ancona.
L’iniziativa nasce dall’urgenza di affrontare le nuove fragilità sociali dei giovani: famiglie schiacciate dal costo della vita, periferie senza spazi sicuri, solitudini adolescenziali che sfociano in ansia, isolamento e violenza. In questo contesto, praticare sport o partecipare a laboratori culturali non è solo tempo libero, ma prevenzione, salute pubblica ed educazione civica.
“Se lo sport diventa un bene di lusso e il teatro un ambiente esclusivo, alimentiamo disuguaglianze che minano le basi della società”, commenta Bruno Giordano, presidente di Fondazione Cariverona. “Aprire spazi sportivi e culturali significa offrire nuove possibilità di futuro, permettere ai ragazzi di sperimentare, esprimersi e crescere. Così l’inclusione si trasforma in sviluppo per l’intera comunità”.
I progetti selezionati puntano a contrastare la povertà educativa e l’isolamento relazionale, con particolare attenzione ai giovani in condizioni di vulnerabilità economica, sociale o culturale. A realizzarli sono enti locali, cooperative sociali, associazioni sportive dilettantistiche, scuole, teatri pubblici e realtà del terzo settore.
Gli interventi si svolgono in luoghi quotidiani e familiari: palestre scolastiche, campi sportivi di quartiere, doposcuola, biblioteche, sale prova, teatri comunali, musei, centri giovanili e spazi urbani aperti. La presenza di tutor, allenatori ed educatori assicura accompagnamento continuo e relazioni significative, trasformando attività sportive e culturali in esperienze educative solide.
Sport inclusivo ed educativo – non solo agonismo, ma iscrizioni agevolate, attrezzature e trasporti per chi è svantaggiato, allenatori formati anche come educatori.
Cultura come benessere e cittadinanza – laboratori teatrali, musicali e artistici, attività espressive per aumentare autostima, creatività e relazioni positive.
Doposcuola innovativi – spazi pomeridiani che combinano studio assistito, attività motorie, laboratori creativi e supporto emotivo in contesti sicuri e riconoscibili.
Alleanze territoriali – reti stabili tra istituzioni, scuole, associazioni e famiglie per garantire continuità e prevenzione delle fragilità sociali.
“Il cambiamento passa dalle persone che ogni giorno accompagnano i giovani – conclude Giordano – educatori, allenatori e tutor trasformano un’attività in un’esperienza di futuro. Sostenere progetti radicati nel territorio significa offrire opportunità concrete e durature. Crescere bene e sentirsi parte di una comunità non deve essere un privilegio, ma un diritto.”
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