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Sciopero della sanità
04.11.2025 - 18:30
Foto di repertorio
Giovedì 6 novembre 2025 le farmacie private del Veneto si fermeranno per l’intero turno di lavoro. Le farmaciste e i farmacisti incroceranno le braccia per chiedere il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale, scaduto ormai dal 31 agosto 2024. A Venezia è previsto un presidio unitario dalle 10 alle 13 in Campo San Maurizio, a due passi dalla Prefettura.
La protesta arriva dopo il fallimento del tentativo di conciliazione dello scorso 20 ottobre, quando le trattative con Federfarma si sono interrotte senza un accordo. Secondo i sindacati regionali Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL, l’associazione dei titolari di farmacia continua a rifiutare aumenti salariali in linea con l’inflazione e con la crescente complessità del lavoro.
“Lo sciopero è una scelta necessaria – dichiarano le segreterie venete –. Dopo mesi di confronto, nulla si è mosso. I farmacisti non possono più attendere: chiediamo rispetto per una professione che è parte viva della sanità pubblica e della comunità.”
La proposta economica di Federfarma, pari a 180 euro complessivi in tre anni, è stata giudicata “inaccettabile” dai rappresentanti dei lavoratori, che parlano di “atto di irresponsabilità” verso chi, anche durante la pandemia, ha garantito continuità, ascolto e sicurezza ai cittadini.
Oggi, con la riforma della sanità territoriale e l’attuazione del PNRR, il ruolo delle farmacie è sempre più importante: non solo punti vendita, ma luoghi di salute, consulenza e vicinanza alle persone. Da qui la richiesta di riconoscere pienamente chi vi lavora come parte integrante del sistema sanitario regionale, con tutele e retribuzioni adeguate.
I sindacati chiedono adeguamenti salariali, miglior equilibrio tra vita e lavoro, valorizzazione della professionalità e percorsi di formazione continua. Invocano inoltre un intervento delle istituzioni venete per spingere alla riapertura del tavolo nazionale.
“Chi garantisce un servizio sanitario essenziale deve essere riconosciuto e valorizzato, non lasciato nell’incertezza,” sottolinea Alessio Odoni, segretario regionale Filcams CGIL Veneto.
“Durante la pandemia le farmacie hanno tenuto aperto il Paese: oggi chiedono solo rispetto e dignità,” aggiunge Massimo Marchetti della Uiltucs UIL Veneto.
“Dietro ogni camice bianco ci sono persone e famiglie – conclude Patrizia Manca, Fisascat CISL –. La dignità del lavoro in farmacia riguarda tutti.”
Giovedì a Venezia, dunque, il bianco dei camici sarà il colore della protesta: una mobilitazione che vuole ricordare che la sanità di prossimità passa anche dal bancone della farmacia.
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