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Quanto costa il cambiamento climatico?

Emergia, la nuova bussola per misurare il costo reale delle politiche climatiche

Un metodo scientifico quantifica energia, risorse e impatti sociali, offrendo uno strumento innovativo per giustizia climatica e decisioni politiche sostenibili

Emergia, la nuova bussola per misurare il costo reale delle politiche climatiche

Foto di repertorio

Quanto costa davvero combattere il cambiamento climatico? E come si può stimare un danno ambientale prima ancora che si manifesti? Un gruppo di ricercatori italiani propone una risposta concreta, basata sull’analisi emergetica, o “emergia”, una metodologia che potrebbe rivoluzionare il modo in cui valutiamo le politiche climatiche.

Lo studio, pubblicato sulla rivista npj Climate Action del gruppo Nature, è frutto della collaborazione tra esperti di fisica e giurisprudenza delle università Ca’ Foscari di Venezia, Bologna e del Salento. L’approccio mira a superare i limiti delle valutazioni tradizionali, spesso legate solo al denaro, includendo invece il valore reale di tutte le risorse impiegate: dall’acqua e i minerali, al lavoro umano e ai servizi ecosistemici.

Il concetto chiave, sviluppato dall’ecologo Howard T. Odum, definisce l’emergia come la “memoria” dell’energia spesa per produrre un bene o un servizio, misurata in solar emjoule (sej). In pratica, ogni prodotto o azione viene valutato secondo il costo energetico totale sostenuto dalla natura e dalla società per la sua realizzazione, offrendo una metrica più oggettiva rispetto agli approcci convenzionali, come la Life Cycle Assessment.

Tra le applicazioni più rilevanti spiccano i contenziosi climatici, le azioni legali contro Stati o istituzioni per inadempienze nella tutela dei diritti fondamentali legati all’ambiente. “L’analisi emergetica permette di calcolare il costo energetico per ripristinare una risorsa danneggiata, offrendo così una misura concreta del danno ancora prima che si manifesti pienamente”, spiega Francesco Gonella, fisico di Ca’ Foscari e primo autore dello studio.

Oltre a fornire supporto alla giustizia climatica, l’approccio consente di confrontare diverse strategie politiche, identificando quelle più efficaci nel garantire la sostenibilità. Può inoltre contribuire a superare la frammentazione delle politiche globali, come nel caso degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, mettendo in luce interconnessioni, sinergie e compromessi tra flussi di risorse.

Emergia è un ponte tra scienze dure e diritto”, concludono Silvia Bagni e Michele Carducci, giuristi coautori dello studio. “Fornire una metrica scientifica per concetti come il valore intrinseco della natura o il danno ambientale può trasformare il diritto climatico, permettendo decisioni basate su responsabilità biofisica verso il pianeta e le generazioni future”.

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