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Allarme Falso Made in Italy

Falso Made in Italy, allarme in Veneto: sequestri nel settore moda aumentati del 300%

Abbigliamento, accessori e calzature nel mirino: Confartigianato chiede trasparenza e certificazione delle filiere

Falso Made in Italy, allarme in Veneto: sequestri nel settore moda aumentati del 300%

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Il fenomeno del falso Made in Italy continua a crescere in maniera preoccupante anche nelle regioni simbolo della manifattura di qualità. In Veneto, negli ultimi due anni, i sequestri per contraffazione nel comparto moda sono quintuplicati, con un incremento significativo in abbigliamento, accessori e calzature.

L’ultimo episodio riguarda oltre 1.900 capi contraffatti pronti per la vendita con marchi falsi, scoperti dalla Guardia di Finanza di Gorizia. Secondo il Rapporto Iperico 2024 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, solo nel 2024 in Veneto sono stati sequestrati 34.000 pezzi di abbigliamento, per un valore stimato di circa 607mila euro. Gli accessori hanno registrato 301 sequestri per un totale di 21.000 pezzi, mentre la calzatura ha visto triplicare i sequestri, arrivando a 76 casi con oltre 50.000 euro di merce bloccata.

“Il falso cresce più rapidamente del mercato legale”, commenta Mario Colombo, presidente del Gruppo Mestiere Abbigliamento di Confartigianato Imprese Veneto. “In soli due anni i sequestri sono quintuplicati. La contraffazione danneggia le aziende del conto terzi e i piccoli brand indipendenti, falsificando il mercato e provocando danni enormi all’intero comparto.”

Il problema non è solo economico, ma riguarda anche credibilità e trasparenza della filiera produttiva. Per questo Confartigianato propone strumenti di tracciabilità e certificazione, in grado di distinguere i prodotti autentici da quelli falsi. “Accogliamo con favore l’introduzione della Certificazione unica di conformità delle filiere della moda prevista in un emendamento del DDL Pmi approvato dal Senato”, sottolinea Katia Pizzocaro, presidente della Federazione Moda di Confartigianato Veneto.

La certificazione, avverte Pizzocaro, deve essere uno strumento concreto di tutela per artigiani e piccole imprese, evitando che si trasformi in un mero onere burocratico. “Le piccole medie imprese non sono anelli della filiera, sono pilastri della manifattura italiana. Solo con tracciabilità completa, equa remunerazione e riconoscimento degli audit già in essere, la certificazione può diventare uno strumento di promozione del Made in Italy autentico e di lotta al falso.”

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