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Elezioni regionali 2025
11.11.2025 - 13:34
Conte e Crea
È rottura ufficiale tra Lega e Fratelli d’Italia nella maggioranza che sostiene il sindaco Mario Conte. Dopo settimane di tensioni e accuse reciproche, il Carroccio ha sancito la fine dell’alleanza con i meloniani, puntando il dito contro le “continue provocazioni” dell’avvocato Fabio Crea, esponente di FdI, colpevole – secondo i leghisti – di aver oltrepassato i limiti del confronto politico.
«Le prese di posizione e le modalità di Crea mettono di fatto Fratelli d’Italia fuori dalla maggioranza» – dichiarano congiuntamente i gruppi consiliari della Lega e della Lista Conte – «i suoi attacchi al sindaco e agli assessori Sernagiotto e Vettoretti rappresentano un gesto politico chiaro: l’alleanza è finita».
Il nodo della discordia è stata la gestione della sicurezza cittadina, tema su cui Crea ha duramente criticato l’operato del sindaco, arrivando a dichiarare che “Conte ha fatto peggio di Manildo”. Parole pronunciate durante un gazebo elettorale in via Roma – definita dai leghisti “zona simbolica della città” – e che, secondo la Lega, hanno “posto la parola fine” alla collaborazione tra i due partiti.
Il primo cittadino ha deciso di proseguire il mandato con i 17 consiglieri della Lega e della Lista Conte, lasciando fuori i 5 di Fratelli d’Italia. La maggioranza, così, si regge ora su soli due voti di scarto rispetto all’opposizione, che ne conta dieci.
Non mancano le tensioni anche all’interno di FdI, dove gli assessori Gloria Sernagiotto e Rosanna Vettoretti sono finite nel mirino della Lega:
«Non si può governare durante la settimana e fare opposizione nel weekend – affermano i gruppi di maggioranza – se questa è la linea del partito, allora le due assessore dovrebbero dimettersi per coerenza».
Bersaglio delle critiche anche la coordinatrice comunale Marina Bonotto, accusata di non aver chiarito la posizione del partito dopo gli attacchi di Crea.
Il Carroccio ha risposto alle accuse rilanciando sul piano nazionale:
«FdI esprime il ministro della Giustizia. Se davvero tiene alla sicurezza, faccia in modo che chi delinque sconti la pena. Le città non si difendono con gazebo e slogan, ma con leggi efficaci e istituzioni che collaborano».
Un affondo diretto, che segna una frattura politica difficilmente sanabile nel breve periodo.
Dall’altra parte, il centrosinistra osserva e incalza. Il capogruppo del Pd, Stefano Pelloni, parla di “coalizione tenuta insieme solo dal potere”:
«Quando gli alleati si accusano pubblicamente, significa che il progetto politico è finito. Le faide interne del centrodestra lasciano irrisolti i problemi reali della città: servizi, quartieri, ambiente e lavoro».
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